Nessun nuovo accordo quadro con l’UE
Nessuna fuga in avanti con l'Unione Europea, ha assicurato il presidente della Confederazione Cassis all'incontro annuale dell'Udc zurighese.
È necessario accantonare l’emotività e “analizzare sobriamente i fatti” per intraprendere responsabilmente un nuovo cammino con l’Ue, ha detto il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, ospite del convegno annuale dell’Unione democratica di centro (destra) zurighese.
Alla platea dell’Albisgüetli, notoriamente euroscettica, il ministro deli esteri – che quest’anno è stato chiamato a presiede il governo federale – ha assicurato che “non ci sarà nessun accordo quadro 2.0”, aggiungendo però che il Consiglio federale (l’esecutivo elvetico) vuole continuare ad avere relazioni stabili e regolamentate con l’UE.
L’accordo istituzionale (quadro) negoziato (e mai firmato) con l’UE aveva lo scopo di dinamizzare le relazioni tra Svizzera e Unione Europea, in particolare nelle materie che regolano l’accesso al Mercato Unico, cui partecipa anche Berna. Il fine era quello di un recepimento sistematico e regolare nell’ordinamento elvetico delle modifiche normative che riguardato il funzionamento del mercato stesso.
Con Bruxelles, ha specificato il politico ticinese, “vogliamo proseguire le nostre relazioni di lunga data e reciprocamente vantaggiose, stabilizzarle e, se ciò è nell’interesse reciproco, anche estenderle”. Ma niente fughe in avanti, insomma.
La decisione di Berna di interrompere unilateralmente le trattative, su cui la controparte non ha mancato di esternare un certo disappunto e sorpresa, non è stata facile, ma in un certo senso è stata una scelta obbligata, ha ribadito Ignazio Cassis.
L’UE non era infatti disposta a fare le concessioni di cui la Svizzera aveva bisogno – in particolare sulle tre controverse questioni della protezione dei salari, della direttiva sulla cittadinanza europea e degli aiuti di Stato – per una soluzione che sarebbe stata accettabile per la maggioranza. L’intesa internazionale avrebbe infatti dovuto essere sottoposta al voto popolare, come vuole la Costituzione svizzera, e in quell’occasione sarebbe stata sicuramente rigettata dal popolo.
All’incontro annuale della sezione zurighese, che si tiene come di consueto nella sala della società di tiro di Zurigo, il leader carismatico dell’Udc Christoph Blocher ha ringraziato il governo per il passo indietro compiuto e ha approfittato della presenza dell’ospite ticinese per invitarlo a spiegare all’UE che la Svizzera “non concluderà alcun trattato coloniale con giudici stranieri”.
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