Nestlé, in Michigan è Davide contro Golia
Il villaggio di Osceola Township non ne vuole sapere di un nuovo impianto di pompaggio progettato dalla multinazionale svizzera.
Il gigante dell’alimentare con sede a Vevey, nel canton Vaud, ha iniziato a pompare acqua nella regione nei primi anni del 2000, per venderla con il marchio Ice Mountain. Presentata come fonte sorgiva, l’acqua è più costosa di quella purificata.
La Nestlé vorrebbe aumentare le capacità di pompaggio dell’impianto, passando dai 950 litri al minuto attuali a 1’500 litri.
Osceola Township, un villaggio di 900 abitanti situato 320 chilometri a nord di Detroit, nel Michigan, però non ci sta e ha presentato ricorso contro la decisione di un giudice che aveva dato il via libera al progetto.
Secondo gli abitanti, il nuovo impianto di pompaggio andrebbe a incidere sulla falda acquifera. Interpellato dall’Agence France Presse (Afp), il responsabile del comune Tim Ladd afferma che non c’è bisogno di essere un geologo o un idrologo per capire che i dati storici sui livelli delle acque mostrano in generale un forte abbassamento rispetto a due o cinque anni fa.
“Sui fiumi sono state installate delle dighe che possono influenzare il flusso”, osserva dal canto suo la responsabile delle risorse di Nestlé Waters North America, Arlene Anderson-Vincent. L’impianto avrà “un impatto minimo sull’ambiente”, aggiunge. Dati di scienziati retribuiti da Nestlé mostrano che non vi sarà alcuna conseguenza sull’ambiente, ma non esiste uno studio indipendente.
Una questione anche di soldi
La rabbia di Osceola Township è in gran parte alimentata dalla sensazione di essere sfruttata, riferisce l’Afp. Nestlé versa solo 200 dollari all’anno allo Stato del Michigan per pompare poco più di 130 milioni di galloni d’acqua (quasi 500 milioni di litri).
Numerosi Stati americani consentono alle imprese di utilizzare la quantità d’acqua che desiderano per una tariffa minima purché la pompino autonomamente e costruiscano le infrastrutture necessarie. Possono anche “affittare” i pozzi comunali, come fanno Coca-Cola e PepsiCo che producono le acque Dasani e Aquafina.
“Nestlé ha la reputazione di andare nelle comunità rurali povere, di illuderle con benefici economici che non si materializzano mai e di pompare più acqua possibile finché i ruscelli si seccano e poi se ne va”, mette in guardia Peggy Case, presidente dell’associazione Michigan Citizens for Water Conservation.
Nestlé dal canto suo afferma di contribuire alle entrate dello Stato del Michigan con 18 milioni di dollari l’anno, di cui 2,4 milioni in imposte nel 2016. Dei 280 dipendenti a tempo pieno nello stabilimento di Mecosta County, una cinquantina proviene dalla contea in cui si trova Osceola Township.
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