No al green pass a casa per Natale ma esteso l’uso della mascherina
Estensione dell'obbligo del certificato Covid a tutte le manifestazioni al chiuso e dell'uso della mascherina sono tra i principali punti del nuovo pacchetto deciso dal governo federaleCollegamento esterno per contrastare l'impennata di contagi da coronavirus e di ospedalizzazioni.
Contrariamente a quanto veniva paventato precedentemente non sarà invece imposto -anche se rimane fortemente raccomandato – il green pass nelle riunioni di famiglia per le festività di fine anno.
La serie di misure, che entreranno in vigore già lunedì e si protrarranno almeno fino al 24 gennaio, è stata varata, dopo la consultazione dei cantoni, alla luce del sensibile peggioramento della situazione epidemiologica dovuto alla variante Delta, e non alla minaccia del nuovo ceppo del coronavirus denominato Omicron che peraltro ha già fatto la sua comparsa nel paese.
Situazione epidemiologica preoccupante
Tra queste ci sono l’estensione dell’obbligo della mascherina, la raccomandazione del telelavoro e la possibilità per i gestori di escludere i testati da determinati eventi per i quali è necessario avere il pass.
Oltre allo scoppio di numerosi focolai virali, principalmente nelle scuole e nelle case per anziani, il Covid-19 si sta nuovamente diffondendo tra la popolazione e il numero di pazienti ricoverati in terapia intensiva è aumentato fortemente (tra i vaccinati e i guariti si assiste invece a un decorso della malattia è solitamente lieve), mettendo così di nuovo sotto pressione le strutture ospedaliere.
Nel dettaglio, l’obbligo di green pass viene esteso a tutte le manifestazioni pubbliche, comprese quelle culturali e sportive al coperto (viene soppressa l’eccezione per i gruppi fino a 30 persone). Per gli eventi all’aperto la soglia dell’obbligo del certificato verde scende da 1’000 e 300 partecipanti.
Uso della mascherina generalizzato (con eccezioni)
Ampliata anche la prescrizione della mascherina che dovrà essere portata negli spazi interni di tutte le strutture pubbliche, incluse le manifestazioni al chiuso mentre nelle riunioni private vige solo l’obbligo del green pass. In concreto nei ristoranti si potrà consumare solo restando seduti e nelle attività culturali e sportive incompatibili con la mascherina saranno registrati i dati di contatto dei partecipanti.
È inoltre possibile restringere l’accesso agli eventi pubblici, al chiuso e all’aperto, alle persone vaccinate e guarite (il modello 2G, dal tedesco “geimpft” e “genesen” già introdotto in Austria e Germania), consentendo così agli organizzatori di derogare all’obbligo di mascherina. La letteratura scientifica dimostra infatti che le persone vaccinate e guarite sono significativamente meno contagiose e, in caso di infezione, hanno una probabilità molto alta di essere risparmiate da decorsi gravi della malattia.
Telelavoro (solo) raccomandato
Il telelavoro torna ad essere fortemente raccomandato, ma Berna – che pure aveva delineato scenari diversi – per il momento non si vuole spingere oltre.
I Cantoni e le parti sociali si sono infatti espressi a larga maggioranza in modo contrario durante la consultazione, nonostante il Consiglio federale propendesse per provvedimenti più severi. In presenza di più persone però i dipendenti sono tenuti ad indossare la mascherina negli spazi chiusi.
L’esecutivo è costretto a fare marcia indietro anche sui test a tappeto nelle scuole, di fronte all’opposizione di 17 cantoni (su 26) che avevano lo scopo di interrompere sul nascere le catene di trasmissioni del Sars-cov2.
Da sottolineare anche che la validità dei green pass rilasciati dopo il tampone resta immutata per i test PCR (72 ore contro le 48 proposte inizialmente) mentre si riduce da 48 a 24 ore per quelli rapidi.
Novità anche per i viaggiatori
Cambiano anche le disposizioni per le persone in entrata nella Confederazione. Viene abolita la lista di paesi dai quali è prevista la quarantena ma viene inasprito il regime di analisi diagnostiche per l’ingresso in Svizzera. Già da sabato tutti i viaggiatori, compresi vaccinati e guariti, devono sottoporsi a un doppio test: uno PCR prima dell’arrivo alla frontiera e un secondo (PCR o antigenico rapido) tra il quarto e il settimo giorno dopo l’entrata.
Ai cittadini di Stati terzi non vaccinati che desiderano entrare nello spazio Schengen da Paesi o regioni considerati a rischio è invece vietata l’entrata in Svizzera per soggiorni temporanei senza attività lavorativa fino a 90 giorni (in un periodo di 180 giorni). Sono previste alcune eccezioni ma in linea generale la restrizione si applica al turismo e alle visite di varia natura.
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