La crisi delle case da gioco elvetiche
Negli ultimi 10 anni gli introiti dei casinò svizzeri sono diminuiti fino al 50%. Una crisi senza fine dalle molteplici ragioni. Una nuova legge, in votazione il 10 giugno, vuole dare nuova linfa alle case da gioco.
Il Casinò Admiral di MendrisioCollegamento esterno è un po’ la cartina di tornasole della situazione delle case da gioco. In Ticino e in Svizzera. Pur avendo “solo” una concessione “B” (ovvero con meno giochi da tavola, restrizioni nelle puntate e nell’ammontare dei jackpot), prima della crisi economico-finanziaria, nel 2006, era la casa da gioco con i maggiori guadagni in Svizzera: 132 milioni di franchi. E questo pur avendo la concorrenza diretta di due casinò situati a meno di 20 chilometri di distanza, quello di Lugano Collegamento esternoe la storica casa da gioco di Campione d’ItaliaCollegamento esterno.
Concessione “A” e “B”
Le case da gioco con concessione “A” possono offrire un numero illimitato di giochi da tavolo e slot machine, come pure collegare in rete i jackpot. Non vige un limite di legge per le puntate massime. Le case da gioco con concessione “B” possono offrire un massimo di tre tipi di gioco da tavolo e un massimo di 250 slot machine. C’è un limite per le puntate massime.
Le cose sono decisamente cambiate negli ultimi anni. “Come già riscontrato in passato – ci racconta Luca Antonini della direzione del Casinò Admiral di Mendrisio – anche per il 2017 tra le ragioni del calo del prodotto loro di gioco c’è sicuramente da annoverare la concorrenza delle offerte di gioco provenienti dall’estero: in particolare il gioco online (incluse le scommesse sportive) sta prendendo sempre più piede anche in Svizzera, nonostante qui sia tuttora vietato per legge”.
Le cifre della crisi
Il prodotto lordo dei giochi a Mendrisio nel 2006 ammontava come detto a oltre 130 milioni di franchi. Nell’ultimo esercizio (2017, dato fornitoci dal casinò Admiral e non ancora registrato dalla Commissione federale delle case da gioco) la cifra è precipitata a poco più di 46 milioni di franchi. Negli stessi anni, Lugano è passato da poco più di 100 milioni di franchi a circa 34 milioni. Locarno, da 33 milioni a 20 milioni di franchi.
Non stanno meglio le altre case da gioco in Svizzera. Quasi tutti i casinò negli ultimi 10 anni hanno perso dal 30 al 50% delle entrate lorde. Su queste entrate pesano poi le tasse, particolarmente pesanti. Infatti la Confederazione preleva fino al 50% dei guadagni lordi.
I motivi della crisi
Mendrisio, come tanti altri casinò svizzeri, punta e deve puntare sui giocatori stranieri. La vicina Italia da sempre è il bacino dal quale attinge i propri clienti. Anche in questo caso però, ricorda Antonini, “il gioco online continua ad attirare un numero sempre più grande di giocatori italiani, riducendo di fatto i clienti della penisola. In particolare durante la settimana, questo pubblico è meno propenso a spostarsi per giocare, avendo delle alternative interessanti a casa propria su Pc, tablet o smartphone oppure ancora nei centri commerciali o sale slot a pochi metri da casa”.
Tasse per la pensione
Secondo la legge federale, le case da gioco sono “pesantemente” tassate. I grandi casinò (licenza A) devolvono quasi il 50% del loro prodotto lordo all’erario. I casinò con licenza B mediamente il 43%. Nel 2007 la Confederazione ha intascato più di 455 milioni di franchi. Nel 2016 (ultimo dato a disposizione) circa 276 milioni. Questi soldi vanno direttamente nelle casse dell’AVS (ovvero del sistema pensionistico) e in minor parte nella promozione dello sport e della cultura.
A questo proposito, il direttore aggiunto della Commissione federale delle case da giocoCollegamento esterno Maria Saraceni ha un parere più mitigato: “Andare fisicamente in una casa da gioco e giocare online da casa sono due comportamenti diversi. Pensiamo che i giovani giochino maggiormente sul web. Ma non sappiamo se questi stessi giovani sarebbero mai andati in un casinò”.
Oltre ai giochi online esiste anche la forte concorrenza delle stesse case da gioco: “Nonostante le recenti notizie di cronaca, il Casinò Municipale di Campione d’Italia resta un concorrente importante. Da un lato per le sue dimensioni (uno dei casinò più grandi d’Europa, ndr) e la sua lunga tradizione, dall’altro, soprattutto, per il quadro legale e fiscale meno rigido rispetto a quello che si applica ai casinò svizzeri”.
Quadro normativo
Cosa significa dunque che il quadro normativo in SvizzeraCollegamento esterno è più rigido? Ci risponde ancora Luca Antonini: “La legge elvetica limita fortemente le possibilità per i casinò svizzeri di inserire in tempi rapidi nella propria offerta di gioco le novità di mercato. L’iter burocratico di certificazione e approvazione di nuove slot-machine e giochi da tavolo rimane lungo e complesso”.
Nuova legge, nuove speranze
La nuova legge, in votazione il 10 giugno, è decisamente sostenuta da tutte le case da gioco svizzere. In particolare per i casinò, sottolinea ancora Luca Antonini, “una liberalizzazione totale del mercato online rischierebbe di essere solo dannosa per la Svizzera. Essa creerebbe una pericolosa concorrenza per i casinò che operano su suolo ticinese ed elvetico in generale, i quali, in base alle norme in vigore sono rigorosamente tenuti a rispettare una serie di regole concepite per la prevenzione della dipendenza dal gioco e del riciclaggio di denaro e versano gran parte dei loro guadagni all’AVS (pensione, ndr) e al fisco cantonale, tramite la tassa sulle case da gioco”.
Lo spauracchio è dunque il gioco d’azzardo sul web: “Da anni ormai i casinò online operano a partire da località offshore come Gibilterra, Malta o Alderney – ricorda Antonini – e sono attivi illegalmente in Svizzera nonostante il divieto. Liberalizzare totalmente il mercato online nella Confederazione significherebbe legalizzare lo status a scapito di chi offre giochi attenendosi alle norme elvetiche molto restrittive”.
Qualora il mercato svizzero aprisse le porte all’offerta online proveniente dall’estero, gli introiti dei casinò ticinesi e svizzeri, già di fatto dimezzatisi negli ultimi dieci anni, rischierebbero di ridursi ulteriormente, “mettendo non solo a rischio le società concessionarie – aggiunge Luca Antonini – ma anche i posti di lavoro da esse creati (in Ticino circa 360, ndr) e l’introito finanziario e fiscale da essi generato sul territorio”. Ricordiamo infatti che il 40% della tassa sulle case da gioco versata dai casinò con concessione “B” (Locarno e Mendrisio) è destinata al fisco cantonale (nel 2016, circa 12 milioni di franchi). Gli introiti dei casinò con la concessione “A” vanno interamente alla Confederazione per finanziare il sistema pensionistico (nel 2016 circa 200 milioni di franchi).
Tutti argomenti, quelli sentiti, a favore della nuova legge. Chi però ha lanciato il referendum (sostenuto, forse per la prima volta, da tutti i giovani di tutto lo spettro politico) non la pensa proprio così. Innanzitutto “i blocchi di accesso alla rete costituiscono una grave ingerenza nella libertà economica e d’informazione: il Parlamento crea un precedente pericoloso al quale altre categorie potranno appellarsi per bloccare l’accesso alla rete”. Così argomentano i contrari alla nuova legge (vedi l’articolo qui a lato). Inoltre la legge intende garantire ai casinò nazionali il monopolio sulle offerte in internet escludendo dal mercato ogni concorrente indesiderato attraverso divieti e blocchi di accesso alla rete.
Offerte online
Dovesse passare la nuova legge, le offerte di giochi d’azzardo online di società estere senza residenza in Svizzera sarebbero bloccate. L’occasione dunque per chi nella Confederazione la sede ce l’ha di approfittare di questa possibilità.
“Se dovesse passare il ‘sì’ – afferma infatti Luca Antonini – è evidente che anche la nostra casa da gioco valuterebbe l’opportunità di chiedere l’estensione della nostra concessione ai giochi online”.
Chiudiamo allora con la dichiarazione di Maria Saraceni, direttore aggiunto della Commissione federale delle case da gioco (intervista completa qui sotto): “Con la nuova legge i casinò svizzeri che vogliono, possono allargare la loro concessione e essere attivi anche online. Noi crediamo che questa opportunità verrà colta. Vedremo. Di certo nel messaggio sulla nuova legge al Parlamento, il Consiglio federale prevede nuove importanti entrare per le proprie casse, ovvero per l’AVSCollegamento esterno“. In altre parole, la Confederazione è convinta che la nuova legge possa dare nuovi impulsi alle case da gioco, bloccando l’emorragia dei guadagni che dura ormai da un decennio.
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