Dopo quasi nove anni la Stabio-Arcisate è realtà
La nuova linea ferroviaria tra Svizzera e Italia viene ufficialmente inaugurata venerdì 22 dicembre. I primi treni passeggeri inizieranno a circolare il 7 gennaio.
I lavori della nuova tratta dovevano concludersi secondo i piani iniziali nel 2013. I problemi legati alla presenza di arsenico (naturale) nel materiale di scavo hanno però bloccato il cantiere italiano. Risultato: quattro anni di ritardo e diversi attriti tra Svizzera e Italia.
Venerdì il ministro dei trasporti italiano Graziano Delrio e la sua omologa nonché presidente della Confederazione Doris Leuthard, che assieme al presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni presenzieranno al viaggio inaugurale, avranno certamente occasione di sottolineare che questi attriti appartengono ormai al passato.
Dopo i brindisi di rito di venerdì, saranno effettuati ulteriori test. Se tutto filerà liscio, i primi treni inizieranno a circolare sulla linea lunga 17,7 chilometri il 7 gennaio. Da lunedì a sabato vi saranno treni a cadenza oraria tra Varese-Mendrisio-Bellinzona dalle 5.30 alle 20.30. Per andare da Lugano a Varese e viceversa ci vorranno 49 minuti. Da Como ci si impiegherà poco più di 40 minuti.
Occorrerà però aspettare fino a giugno 2018 affinché la linea venga ulteriormente prolungata fino all’aeroporto della Malpensa. I treni circoleranno ogni due ore senza cambi da Como/Chiasso/Mendrisio e con un solo cambio da Lugano/Bellinzona.
Prima linea transfrontaliera da oltre un secolo
Intervistato dalla trasmissione della Radiotelevisione svizzera Modem (per ascoltarla cliccare quiCollegamento esterno), il presidente del Consiglio regionale della Lombardia Raffaele Cattaneo ha ricordato che quest’opera rappresenta un tassello fondamentale: “L’ultima tratta realizzata tra Svizzera e Italia – quella del Sempione – risale al 1906. Per troppo tempo abbiamo ragionato ciascuno dalla propria parte del confine. Oggi non è più possibile. Se non lavoriamo con una programmazione integrata, difficilmente riusciremo a risolvere problemi come il traffico transfrontaliero”.
Da parte svizzera, la speranza è proprio questa: che la nuova linea permetta di alleviare un po’ il traffico in una regione – il Mendrisiotto – sempre più intasata. “Di portare al lavoro i frontalieri con un mezzo diverso dell’automobile”, ha sottolineato durante la stessa trasmissione il consigliere di Stato ticinese e direttore del Dipartimento del Territorio Claudio Zali.
Fare previsioni sul numero di passeggeri che opteranno per il treno è molto difficile, poiché è una tratta completamente nuova. Secondo Denis Rossi, direttore di Treni Regionali Ticino Lombardia (TILO), “le stime portano a pensare di avere nel giro di un anno o poco più alcune migliaia di persone al giorno”.
Per Claudio Zali la nuova linea servirà senz’altro per ridurre un po’ la pressione sulle strade ticinesi. Ciò però non basta. Resta il problema di come arrivare in stazione. “Da parte italiana occorre innanzitutto realizzare posteggi di interscambio nelle stazioni. Da parte nostra dobbiamo pure lavorare sugli incentivi, ad esempio favorendo la mobilità aziendale o potenziando il trasporto pubblico su gomma. Ma anche sui disincentivi, come la tassa di collegamento [congelata in attesa dell’esito di un ricorso pendente al Tribunale federale, ndr], che rende meno conveniente il parcheggio sul posto di lavoro”.
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