Nuovi importanti allentamenti in Svizzera
Il Governo elvetico è andato più in là delle riaperture preannunciate due settimane fa. Inoltre, l'ingresso nella Confederazione sarà agevolato.
Non è ancora un ‘liberi tutti’ e del resto il ministro della sanità Alain Berset ha raccomandato cautela. Tuttavia, quello compiuto mercoledì dal Consiglio federale è un importante passo verso un progressivo ritorno alla normalità.
Il Paese si trova in una situazione “invidiabile”, ha sottolineato Berset, e le riaperture decise il 19 aprile e il 31 maggio non hanno avuto conseguenze negative sulla situazione epidemiologica.
Concretamente, il Governo ha deciso allentamenti un po’ più importanti rispetto a quelli preannunciati 14 giorni fa. Entreranno in vigore sabato 26 giugno.
Oltre alla revoca dell’obbligo del telelavoro (diventerà solo una raccomandazione) e della mascherina all’aperto, già contemplati nella proposta di due settimane addietro, gli effetti più tangibili si avranno sui ristoranti e sulle grandi manifestazioni.
Nei ristoranti non ci saranno più limiti al numero di ospiti per tavolo (inizialmente si voleva passare da quattro a sei persone per tavolo all’interno) mentre le grandi manifestazioni potranno riprendere senza limiti di persone o capienza. L’accesso sarà però limitato alle persone in possesso di un certificato Covid. Sono possibili anche manifestazioni senza certificato, ma in questo caso la capienza è limitata a 1’000 posti con obbligo di stare seduti.
Potranno riaprire pure discoteche e sale da ballo. Il Governo ha rinunciato alla limitazione a 250 persone e alla registrazione dei dati di contatto. Anche in questo caso, però, l’entrata sarà riservata a chi ha un certificato Covid.
Per quanto concerne i corsi nelle scuole universitarie o di formazione continua, saranno abrogate tutte le restrizioni e le lezioni in presenza potranno riprendere senza nessuna limitazione del numero di persone e senza l’obbligo di sottoporsi regolarmente a un test.
Rimangono per contro in vigore l’obbligo della mascherina al chiuso e il limite massimo di 30 persone rispettivamente 50 all’aperto per incontri di carattere strettamente privato. Si tratta di evitare “brutte sorprese”, ha sottolineato il ministro della sanità. Queste restrizioni sono state conservate per mantenere una certa coerenza con l’intero sistema. Abolendo tali limiti non si potrebbe ad esempio più giustificare l’obbligo di mascherina all’interno dei ristoranti. Insomma, per il consigliere federale “bisogna essere coraggiosi ma non temerari”.
Niente più quarantena per chi arriva dall’Area Schengen
Da sabato sarà inoltre revocato l’obbligo di quarantena per chi arriva dall’Area Schengen (obbligo contemplato per chi proveniva da determinate regioni a rischio).
Sempre a partire da sabato, dovranno sottoporsi al test – PCR oppure antigenico rapido – soltanto le persone non vaccinate o non guarite che giungono in Svizzera per via aerea. Per chi viaggia in aereo, inoltre, continueranno a essere registrati i dati di contatto.
La Confederazione ha anche allentato le restrizioni all’entrata ancora vigenti per i cittadini di Stati terzi – quali gli USA, l’Albania o la Serbia – che possono provare di essere vaccinati.
I vaccini riconosciuti in Svizzera sono quelli omologati dall’Istituto svizzero per gli agenti terapeutici Swissmedic oppure dall’Agenzia europea per i medicinali (EMA).
Varianti del virus dall’estero
Per quanto riguarda invece la lista dei Paesi a rischioCollegamento esterno, l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) ha deciso di ridurre ai minimi termini l’elenco, inserendo soltanto gli Stati o le regioni in cui circolano varianti del virus preoccupanti, come l’India o il Regno Unito con la variante delta. Tuttavia, fino a quando ci sarà la sicurezza che il vaccino (ad esempio quelli a mRNA approvati in Svizzera) offra una buona protezione, le persone vaccinate o guarite in provenienza da una di queste aree non sottostanno all’obbligo di test e di quarantena.
Chi invece non è né vaccinato né guarito, deve presentare un test PCR o un test rapido antigenico negativo e mettersi in quarantena dopo l’arrivo in Svizzera.
“I vaccini approvati in Svizzera proteggono bene contro la variante delta, ma bisogna sorvegliare la situazione”, ha indicato il consigliere federale Alain Berset.
Vaccino: niente quarantena per un anno
Il Governo ha inoltre esteso da sei a dodici mesi la durata di protezione dei vaccini a mRNA omologati in Svizzera. Le persone completamente vaccinate sono quindi esentate per un intero anno dall’obbligo di quarantena dei contatti e per chi viaggia.
Chi è invece guarito dal virus sarà esentato per sei mesi dall’obbligo di quarantena, in conformità alle prescrizioni dell’UE per il certificato Covid. È stata inoltre estesa da 24 a 48 ore la validità dei test rapidi antigenici.
Certificato Covid
Il Consiglio federale ha inoltre recepito due ordinanze dell’UE sul certificato Covid digitale che si inseriscono nello sviluppo dell’acquis di Schengen.
Il processo di riconoscimento del certificato svizzero da parte dell’UE è stato avviato, spiega il comunicato, secondo il quale dal primo di luglio – per una fase transitoria di sei settimane – saranno verosimilmente ammessi anche altri certificati nell’area UE/AELS. L’Esecutivo consiglia pertanto di informarsi sulle regole d’entrata prima di partire per un viaggio.
Alain Berset ha poi tenuto a consigliare alla popolazione, durante i viaggi all’estero, di avere non solo il certificato digitale sull’applicazione del telefonino, ma anche il “pezzo di carta” che attesta l’avvenuta vaccinazione. “Il certificato elvetico dovrebbe essere riconosciuto abbastanza presto, ma non sarà il caso per il primo luglio”, ha poi ammesso il “ministro” della sanità, augurandosi che ciò avvenga entro metà luglio.
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