Immigrati islamici, bloccato il nuovo bando di Trump
Il nuovo bando di Donald Trump contro l’immigrazione da alcuni paesi a maggioranza islamica ritenuti a rischio ha incontrato ancora una volta l’opposizione della giustizia.
Anche la seconda versione del decreto presidenziale, corretta in alcuni punti ritenuti problematici rispetto alla precedente, è stata bloccata a poche ore dalla sua entrata in vigore da un giudice federale delle Hawaii e numerosi altri tribunali stanno esaminando il contestato testo.
Per il magistrato dell’arcipelago sul Pacifico, Derrick Watson, il decreto contiene “prove significative e inconfutabili di animosità religiosa” e comporta a suo giudizio il “rischio probabile” di creare un “pregiudizio irreparabile”. In sostanza viene ritenuta discriminatoria la selezione delle entrate negli Stati Uniti in base alla nazionalità di provenienza.
A nulla è quindi valsa l’esclusione dal provvedimento dei titolari di un permesso di residenza e il depennamento dell’Iraq dalla lista dei sette paesi musulmani ai cui cittadini viene vietato provvisoriamente l’ingresso negli Stati Uniti (Siria, Iran, Somalia, Libia, Yemen e Sudan).
Ricevuta la notizia nel corso di un incontro con il suo elettorato in Tennessee, Donald Trump ha inveito contro quello che giudica “un abuso senza precedenti” da parte dei giudici e ha promesso di continuare a lottare per rendere sicure le frontiere americane. A questo scopo il presidente ha affermato che questa volta è disposto a giungere fino alla Corte Suprema.
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