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Il telescopio spaziale svizzero Cheops pronto alla partenza

Il timing è perfetto. 10 dicembre: consegna del premio Nobel per la fisica a  Didier Quéloz e Michel Mayor a Stoccolma per la scoperta del primo esopianeta. 17 dicembre: lancio del telescopio Cheops da Kouru, nella Guyana francese. La sua missione: osservare in dettaglio gli esopianeti già scoperti.

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“Siamo sempre un po’ nervosi quando abbiamo il frutto di sette anni di lavoro di 150 persone piazzato in cima a un razzo [caricato con l’equivalente di diverse centinaia di tonnellate di dinamite n.d.r]. E poi, ci sarà l’attesa dei primi dati, che arriveranno in primavera”, confida Willy Benz, astrofisico dell’Università di Berna e capo-progetto della missione CheopsCollegamento esterno.

Il telescopio spaziale trasmetterà dati due volte al giorno tramite un ripetitore in Spagna direttamente all’osservatorio dell’Università di Ginevra, dove saranno analizzati. È una prima: fino ad ora lo studio dei dati delle missioni dell’Agenzia spaziale europea (ESACollegamento esterno) veniva effettuato presso la sua sede di Darmstadt, in Germania.

Il livello di integrazione in Europa della Svizzera “spaziale” è nettamente più alto di quello della Svizzera politica. Cheops, la prima “piccola” missione dell’ESA (con un budget di 100 milioni di euro) è soprattutto una creazione elvetica, anche se istituti universitari e imprese di dieci altri paesi vi hanno partecipato.

La Svizzera ai più alti livelli

Non c’è nulla di sorprendente: in ambito spaziale, e più in particolare nella ricerca di esopianeti (mondi che orbitano attorno a stelle oltre il nostro sistema solare), la Svizzera, paese della meccanica d’alta precisione, svolge da tempo un ruolo di punta.

Nel 1995, un professore e un dottorando dell’Osservatorio di Ginevra presentarono al mondo la prima prova dell’esistenza di un esopianeta. Nominati diversi anni per il Nobel, Michel Mayor e Didier Quéloz hanno finalmente ricevuto quest’anno il prestigioso riconoscimento

Un quarto di secolo dopo la scoperta, la lista di esopianeti conta più di 4’000 voci e dopo quelli scovati dal telescopio europeo Corot e dallo statunitense Kepler, Tess, il nuovo apparecchio della Nasa, la arricchirà ancora. Ma dunque, cosa porterà in più la piccola Svizzera?

La dimensione dei pianeti, e altro ancora

La risposta: preziosi e precisi dettagli. Perché Cheops non è un cacciatore. Scruterà sistemi planetari già conosciuti per osservare i minimi cambiamenti di luminosità delle stelle quando un pianeta vi passa davanti. 

Si tratta di mondi di cui conosciamo già la massa, ma i nuovi dati dovrebbero permettere di calcolarne le dimensioni, da cui si dedurrà la densità, e si potrà capire se si tratta di pianeti rocciosi relativamente piccoli (come la Terra, Venere o Marte) o di giganti gassosi (come Giove o Saturno).

 Tutto ciò per individuare i pianeti più promettenti, sui quali varrà la pena puntare gli strumenti sempre più precisi che l’avvenire porterà. 

Per trovare la vita? Benz risponde in modo formale che questa non è la missione di Cheops. Tuttavia, il suo occhio cercherà anche di seguire i pianeti lungo tutta la loro orbita e non solo quando passano davanti a una stella. Analizzando la luce che riflettono si potranno avere indicazioni sulla composizione dell’atmosfera. Contiene, ad esempio, delle  nuvole, segno della presenza di acqua? C’è ossigeno, che può essere il segnale di una vita biologica?

La ricerca si fa insomma sempre più appassionante. 

Nel prossimo video l’intervento dell’ingegnere Bruno Storni, già membro della Commissione federale per le questioni spaziali. 

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Animazione dell’Esa sulle diverse tappe della missione Cheops:

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CHEOPS (Characterising ExOPlanet Satellite)

Peso: 280 Kg, di cui 60 del solo telescopio

Diametro della lente: 30 cm (lo stesso di Corot, Kepler raggiunge il metro e la lente di Tess è 4×10 cm)

Orbita: polare. A 700 chilometri dalla terra, Cheops ruoterà da un polo all’altro e sorvolerà la linea di separazione del giorno con la notte, allo scopo di osservare sempre la parte scura del cielo dando le spalle al Sole.

Lancio: previsto il 17 dicembre 2019 dalla base di Kourou in Guinea, con un razzo Soyuz. Cheops sarà il passeggero di un lancio dedicato principalmente a un satellite dell’italiana COSMO-SkyMedCollegamento esterno che sorveglierà la Terra e in modo particolare il bacino mediterraneo.

Prezzo: circa 100 milioni di euro dei quali 50 sono a carico dell’ESA, 33 della Svizzera e i restanti 17 milioni di euro saranno ripartiti tra gli altri 10 paesi (non in parti uguali).

Durata della missione: Tre anni e mezzo. Oltre questo periodo, i raggi cosmici potrebbero aver “ucciso” il sistema elettronico del satellite. Ma potrebbe vivere un po’ più a lungo. Una volta fuori servizio, uscirà dall’orbita e brucerà negli strati alti dell’atmosfera.

Traduzione dal francese, Zeno Zoccatelli

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