Google punta di nuovo alla Cina. Mountain View sta valutando l'ipotesi di rilanciare il suo motore di ricerca nel paese, in una mossa che potrebbe indicare come Google abbia deciso di piegarsi alla censura che l'aveva spinta ad abbandonare la Cina otto anni fa. La Cina smentisce.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Secondo indiscrezioni riportate da The Intercept, il progetto di Google ha il nome in codice di Dragonfly e sarebbe già stato presentato alle autorità cinesi.
L’app per la ricerca messa a punto da Google per la Cina segue strettamente la censura vietando i siti e le ricerche sui diritti umani, la democrazia, la religione e le proteste pacifiche. Quindi una marcia indietro rispetto ad otto anni fa, quando Google aveva abbandonato la Cina proprio per via della censura.
“Un giorno nero”
Sarebbe un giorno nero per la libertà del web, ha commentato Amnesty International, Google metterebbe i profitti davanti al rispetto dei diritti dell’uomo. E in questo caso parliamo di profitti enormi, considerati gli 800 milioni di utenti connessi nel paese asiatico.
La Cina smentisce
Le notizie che Google potrebbe tornare sul mercato cinese non sono vere. Lo riferisce China Securities Daily, media di proprietà statale, riportando informazioni ottenute dai “dipartimenti competenti”.
Google, a quanto si era appreso, sta valutando l’ipotesi di rilanciare il suo motore di ricerca nel paese, fornendone una versione censurata, che bloccherebbe alcuni siti e alcuni termini: quindi una marcia indietro rispetto ad otto anni fa, quando Google aveva abbandonato la Cina proprio per via della censura.
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