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Si allarga la fronda contro Trump

Nel Partito repubblicano sta crescendo la fronda dei senatori contro il presidente Donald Trump che rischia di veder naufragare la riforma fiscale su cui è puntata l’attenzione politica in questo momento.

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Dopo i ripetuti attacchi di John McCain, altri due suoi colleghi si sono resi protagonisti di uno scontro frontale senza precedenti con il loro rappresentante alla Casa Bianca.

A iniziare la contesa era stato Bob Corker, autorevole presidente della commissione esteri, che aveva criticato per la sua “pericolosa retorica” sulla Corea del Nord, cui Donald Trump aveva replicato al senatore su Twitter: “Non potrebbe essere eletto neppure accalappiacani in Tennessee”.

Sempre su Twitter Bob Corker aveva continuato lo scontro definendo “totalmente bugiardo” il presidente e in un’intervista aveva rincarato accusandolo di essere “inadatto” e di “rompere deliberatamente le relazioni americane con gli altri Paesi”.

Sulla stessa lunghezza d’onda anche Jeff Flake il quale, dopo aver annunciato che non si ricandiderà nel 2018 per non essere “complice”, ha affermato che la leadership Usa nel mondo è stata messa in discussione a causa del “comportamento sconsiderato, vergognoso e indegno” del loro presidente.

“L’istinto di trovare capri espiatori e di minacciare”, ha continuato il senatore, trasforma gli USA e il Partito repubblicano in “gente timorosa e retrograda”. In Senato, dove la maggioranza del partito dell’elefante è risicata, questa situazione potrebbe complicare l’azione di governo.

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