Porti italiani vietati alle navi russe
Da domenica, giorno di Pasqua, le navi battenti bandiera della Federazione russa non potranno attraccare nei porti italiani.
La decisione rientra nel pacchetto di sanzioni decise dall’Europa l’8 aprile scorso in seguito all’invasione dell’Ucraina.
Per evitare l’elusione del divieto la misura sarà estesa anche a tutte le imbarcazioni che abbiano cambiato la bandiera russa dopo il 24 febbraio 2022, giorno di inizio delle operazioni militari nell’Est Europa.
Il provvedimento non si applica però alle navi che hanno bisogno di assistenza o rifugio, per motivi di sicurezza marittima o che hanno salvato vite in mare. Non si applica neanche alle imbarcazioni da diporto (un oligarca non inserito nella black list Ue può quindi sempre accedere ai porti della Penisola). Roma ha intanto riaperto la sua rappresentanza diplomatica a Kiev.
In risposta alle sanzioni adottate dalla Gran Bretagna nei confronti della Russia il Cremlino ha nel frattempo vietato l’ingresso nel Paese al premier britannico Boris Johnson e a molti altri alti funzionari. Una misura che è stata presa verosimilmente anche per il vasto sostegno di Londra all’esercito ucraino, in termini di forniture di armamenti ma anche di addestramento delle truppe.
Secondo il Times forze speciali britanniche sono in Ucraina per istruire i combattenti all’uso dei missili anticarro Nlaw, che non pochi grattacapi hanno creato alle colonne di blindati russi.
La Germania da parte sua ha confermato l’intenzione di portare a 2 miliardi il budget per gli aiuti militari internazionali, la maggior parte dei quali sarà destinata proprio all’Ucraina.
In proposito sono incessanti le richieste di armamenti all’Occidente del presidente ucraino Zelensky in vista dello scontro decisivo nel Donbass e nelle altre regioni orientali contese da Mosca.
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