Pride in giro per il mondo
Migliaia di persone sono scese in strada in diverse città in tutto il mondo per partecipare ai cortei dell'orgoglio LGBTQ+, in conclusione del mese dell’orgoglio omosessuale (Pride Month).
Manifestazioni che hanno sfidato la pioggia, i divieti delle autorità o la minaccia pandemica. I partecipanti hanno sottolineato – in qualche caso – i progressi fatti, ma soprattutto hanno ricordato che la battaglia per i diritti LGBTQ+ è ancora lunga.
A Ginevra molti striscioni ricordavano la votazione del prossimo 26 settembre, quando la popolazione sarà chiamata a esprimersi sul “Matrimonio per tutti”. Tra i manifestanti anche persone eterosessuali, venute per sostenere la comunità arcobaleno: “Meritano rispetto, devono potersi sposare, avere figli, vivere come tutti”.
Uguaglianza che in diverse parti del mondo è un miraggio più o meno lontano. Negli Stati Uniti, per esempio, uno studio ha rivelato che due giovani LGBTQ+ su cinque hanno già considerato il suicidio.
Molto resta ancora da fare e se in alcune regioni del mondo si fanno dei progressi, in altre si fanno passi indietro: ne è un esempio la nuova legge ungherese anti-LGBT, elaborata per lottare contro la pedopornografia, ma che permette solo la rappresentazione di situazioni eterosessuali. Un testo che è stato denunciato nuovamente sabato nelle piazze di Berlino e di Parigi.
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