Primo passo verso la soppressione del valore locativo
Il Consiglio degli Stati ha accettato martedì un progetto che intende rivedere il sistema di imposizione della proprietà immobiliare che risale alla Prima guerra mondiale. Se la decisione sarà confermata dalla Camera bassa (e poi eventualmente dall'elettorato in caso di referendum) si tratterà di una piccola rivoluzione.
Il sistema di tassazione degli immobili in Svizzera è concepito in modo tale che vi sia una certa equità fiscale tra chi è in affitto e chi invece ha una casa, poiché nella maggior parte dei casi possedere un’abitazione è economicamente più vantaggioso.
Nella dichiarazione dei redditi, il proprietario di una casa deve indicare anche il valore locativo dell’immobile, che va ad aggiungersi alle entrate annuali su cui è tassato. Ad esempio, per un’abitazione stimata a un milione di franchi, il valore locativo si aggira attorno ai 30’000 franchi (a seconda del Cantone il dato può essere più basso o più alto).
In altre parole, si tratta di un reddito fittizio, che corrisponde più o meno al reddito che i proprietari percepirebbero se affittassero l’immobile.
In contropartita, i proprietari hanno però il diritto di dedurre gli interessi del mutuo, nonché le spese di manutenzione e di rinnovo del bene immobiliare.
Un sistema che spinge all’indebitamento
In questo periodo contraddistinto da tassi ipotecari molto bassi, il sistema non è del tutto favorevole ai proprietari, poiché la somma dedotta grazie agli interessi è generalmente inferiore a quella del valore locativo.
Inoltre, questo sistema non incoraggia i proprietari a ridurre il debito ipotecario, poiché avere un debito minore significa sì pagare meno interessi, ma equivale anche a sborsare più imposte (a causa appunto del valore locativo). Non è un caso che gli svizzeri sono tra le popolazioni più indebitate al mondo, soprattutto a causa di questi debiti ipotecari.
A scadenze regolari, negli ultimi anni vi sono stati diversi tentativi per sopprimere il valore locativo. Nel 2012, una proposta in tal senso è stata bocciata in votazione popolare.
“Non compreso dalla popolazione”
Adesso, vi è un altro progetto sul tavolo, che martedì ha trovato il consenso della maggioranza del Consiglio degli Stati. Per 20 voti a 17 e 2 astensioni, i ‘senatori’ hanno approvato un progetto che intende abolire il valore locativo per le prime case, mentre rimarrebbe per quelle secondarie. Nello stesso tempo, i proprietari di case non potrebbero più dedurre nella loro dichiarazione di imposte gli interessi passivi e anche le spese di manutenzione e di rinnovamento deducibili verrebbero ridotte.
Per il consigliere agli Stati Pirmin Bischof, presidente della commissione che ha elaborato il progetto, “il valore locativo non viene compreso dalla popolazione: rappresenta un reddito fittizio che deve essere tassato, ma non si tratta né di un costoso yacht né di una collezione d’arte”.
Il ministro delle finanze Ueli Maurer ha da parte sua sottolineato che il valore locativo è un relitto del passato e che è all’origine dell’eccessivo indebitamento degli svizzeri, un fenomeno che rischia di mettere in pericolo la stabilità finanziaria ed economica del Paese, qualora i tassi di interesse dovessero risalire.
Forti perdite per l’erario
Una minoranza di consiglieri agli Stati, che avrebbe voluto rimanere allo status quo, ha sostenuto che l’abolizione del valore locativo rafforzerà i privilegi di cui godono i proprietari, soprattutto di quelli che non hanno più debiti e che negli ultimi anni hanno visto aumentare enormemente il valore dei loro immobili.
Oltre a ciò, ha messo in guardia il socialista Christian Levrat, i Cantoni – 21 su 26 – sono contrari a questa riforma, che li priva di importanti entrate fiscali. Con un tasso ipotecario dell’1,5 % sono stimate perdite di 660 milioni di franchi per l’erario di Confederazione, Cantoni e Comuni.
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