La Russia registra il primo vaccino contro la Covid-19
Vladimir Putin ha annunciato martedì la registrazione del primo vaccino al mondo contro il Sars-CoV-2. Una dichiarazione accolta con molta prudenza dall'Organizzazione mondiale della sanità.
L’annuncio russo avviene a pochi giorni dall’inizio della fase 3 dei test clinici, allorché normalmente ci vogliono mesi prima di un’eventuale registrazione.
Il presidente russo ha dichiarato che il vaccino si è dimostrato efficace e che è stato somministrato anche a una delle sue figlie. Ha avuto un po’ di febbre e adesso si sente bene, ha in sostanza affermato Putin.
Il vaccino – battezzato “Sputnik V”, dal nome del primo satellite della storia e dove ‘V’ sta per vaccino – è stato sviluppato dall’Istituto Gameleya e dal Ministero della difesa. L’obiettivo è di produrre 500 milioni di dosi all’anno e di iniziare la produzione industriale in settembre. Il vaccino dovrebbe essere immesso sul mercato in gennaio.
Un annuncio da prendere con prudenza
Il condizionale è però d’obbligo. Sin dall’inizio delle ricerche, l’istituto Gamaleya è accusato di non rispettare alla lettera i protocolli. L’Organizzazione mondiale della sanità ha reagito con estrema prudenza: “Siamo in stretto contatto coi russi e le discussioni proseguono. La prequalificazione di un vaccino sottostà a procedure rigorose”, ha sottolineato Tarik Jasarevic, portavoce dell’Oms.
Questa prequalificazione include “l’esame e la valutazione di tutti i dati relativi alla sicurezza e all’efficacia raccolti durante i test clinici”, ha ricordato.
Alcuni esperti sono stati molto più diretti. L’iniziativa russa – ha dichiarato François Balloux, dell’University College di Londra, “è una decisione irresponsabile e imprudente”. “Una vaccinazione di massa con un vaccino testato male non è etica”, ha aggiunto, avvertendo che in caso di problemi l’effetto sarebbe “disastroso” sia per gli effetti sulla salute delle persone vaccinate, sia per l’appoggio alla vaccinazione del grande pubblico.
Il servizio del Tg e le considerazioni di Alessandro Ceschi, direttore medico e scientifico dell’Istituto di scienze farmacologiche della Svizzera italiana:
tvsvizzera.it/mar/agenzie con RSI (TG dell’11.8.2020)
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