Facebook ha deciso di correre ai ripari dopo le proteste suscitate dalle numerose bufale diffuse ad arte sul social media, che possono nuocere a determinate persone o influenzare l’esito di certe votazioni.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 6.2.2017)
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Non si è ancora sopita l’eco delle elezioni statunitensi, nelle quali secondo molti osservatori ha avuto un ruolo decisivo il web, che in Europa si cerca di arginare la proliferazione di vere e proprie menzogne create ad arte in vista degli appuntamenti elettorali in Francia e Germania. Spesso infatti informazioni false vengono successivamente smascherate ma le conseguenze, ad urne chiuse, possono essere irreversibili.
A questo scopo oggi a Parigi è stato annunciato un progetto sperimentale e un po’ macchinoso destinato a porre dei filtri in internet, cui collaborano otto testate giornalistiche: su segnalazione degli internauti i post verranno esaminati da presunti esperti e in caso di concomitanza di giudizio da parte di due media in merito alla falsità di determinati contenuti, il testo sarà bloccato.
Ma non mancano le critiche. Se da un lato si vuole selezionare le notizie in base a criteri giornalistici il più possibile imparziali, dall’altro questa procedura si presta a limitazioni alla libertà di espressione.
Ma Facebook intende prevenire altre accuse dopo che si sono levate autorevoli voci. In Germania intanto una corte deciderà a breve sul caso di un profugo, la cui foto con la cancelliera Angela Merkel continua ad essere rilanciata in post su terroristi islamici nonostante ne sia stata chiesta inutilmente la rimozione agli amministratori di Facebook.
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