La Turchia, dopo due anni e più di 160 mila arresti, ha detto addio allo stato d'emergenza post tentato golpe, preparandosi tuttavia a introdurre inedite quanto severe norme per "continuare la lotta al terrorismo".
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/fra con RSI
Contenuto esterno
Le misure straordinarie approvate all’indomani del fallito colpo di Stato del 15 luglio 2016 sono infatti scadute a mezzanotte, come promesso dal presidente Recep Tayyip Erdogan in campagna elettorale.
Ma il Governo di Ankara, già forte dei nuovi poteri del presidenzialismo, promette di non cambiare la ricetta per “eliminare fino all’ultimo terrorista”. Così, già nelle prossime ore in Parlamento (dove l’AKP di Erdogan ha la maggioranza assoluta) è atteso il “sì” a un pacchetto che renderà ancor più dura una norma antiterrorismo giudicata dall’UE non in linea con gli standard sullo Stato di diritto.
La proposta rafforza i poteri di prefetture e polizia, limitando le libertà di manifestazione, riunione e movimento per i prossimi tre anni. L’opposizione ha dichiarato che è un modo per “rendere lo stato d’emergenza permanente” mentre se ne afferma l’abolizione.
Liberi i cittadini turco-svizzeri
L’ambasciatore di Turchia a Berna ha comunicato che le sette persone con doppia nazionalità svizzera e turca attualmente trattenute da Ankara saranno presto libere di muoversi, grazie alla fine dello stato d’emergenza.
Le autorità avevano imposto ai sette il divieto di lasciare la Turchia poiché ritenuti sostenitori del predicatore Fethullah Gülen oppure legati a organizzazioni fuorilegge, in particolare curde, secondo rivelazioni giornalistiche poi confermate dal Dipartimento federale degli affari esteri DFAELink esternoCollegamento esterno.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Ankara lascerà liberi i sette svizzero-turchi
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le autorità avevano imposto ai sette il divieto di lasciare la Turchia poiché ritenuti sostenitori del predicatore Fethullah Gülen oppure legati a organizzazioni fuorilegge, in particolare curde, secondo rivelazioni giornalistiche poi confermate dal Dipartimento federale degli affari esteri DFAECollegamento esterno. Per le stesse ragioni, alcuni turchi con domicilio in Svizzera erano finiti in carcere. Fine dello…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Gli arresti o i divieti di lasciare il paese sono una conseguenza degli eventi del luglio del 2016, quando in Turchia ebbe luogo un tentativo di colpo di Stato. Numerosissime procedure penali sono state da allora messe in atto nel paese in caso di “sospetta appartenenza a organizzazioni proibite”. Il Dipartimento federale degli affari esteri…
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Una vittoria della democrazia”, l’ha definita, rivendicando il successo in un breve discorso. Ma il suo 52,55% (26 milioni di voti) non placa le proteste delle opposizioni, che denunciano una “manipolazione” dei dati da parte dell’agenzia statale Anadolu e gridano ai brogli, dopo aver chiesto ai suoi sostenitori di non lasciare incustodite le urne. Ancora ieri…
Turchia, Erdogan punta alla vittoria al primo turno
Questo contenuto è stato pubblicato al
Erdogan intende cavalcare l’ondata nazionalista della guerra ai curdi in Siria e contenere un’instabilità economica cui i mercati guardano con crescente preoccupazione. E i sondaggi gli danno ragione. Erdogan oscilla intorno alla soglia della maggioranza assoluta, richiesta per l’elezione al primo turno. Potrebbe persino essere questione di decimali. Se non ce la dovesse fare, sarebbe tutto…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Recep Tayyip Erdogan diventa ‘super-presidente’, ma la Turchia resta spaccata in due. Come previsto dai sondaggi, il cruciale referendum costituzionale che blinda il ‘Sultano’ fino al 2034 finisce con un testa a testa. Il ‘sì’ vince con il 51,2%, con un margine di un milione di voti di vantaggio. Ma è un successo macchiato da…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Si è ulteriormente aggravato il bilancio dell’attentato di sabato sera a Istanbul da parte di un gruppo radicale curdo. I morti, per lo più agenti di polizia, ora sono almeno 44. Il governo turco ha reagito al duplice attacco arrestando oltre 100 membri del partito curdo HDP e bombardando postazioni del PKK in Iraq.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il governo turco ha deciso di sgomberare le prigioni per fare spazio ai golpisti: varato un decreto per rilasciare circa 38 mila detenuti. Al loro posto,saranno rinchiuse le migliaia di persone arrestate, dopo il golpe fallito lo scorso 15 luglio. “Non si tratta di un’aminstia ma di una liberazione condizionale”. Lo precisa il ministro della…
Questo contenuto è stato pubblicato al
E’ passato un mese dal fallito golpe, in cui l’esercito tentava di spodestare Recep Tayyp Erdogan. Da allora, a livello nazionale, la cronaca è stata scandita dalle durissime risposte da parte del Presidente turco, che ha pure messo in atto migliaia di epurazioni. Mentre le relazioni internazionali, soprattutto con l’Unione europea, si sono fatte sempre…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dietro il fallito colpo di Stato militare sembra emergere il conflitto tra due personalità di spicco dell’attuale Turchia. L’uomo forte di Ankara, il presidente Recep Tayyip Erdogan ritiene infatti che l’imam Fethullah Gülen sia l’ideatore del controverso tentativo di golpe di venerdì scorso e ne chiede l’estradizione agli Stati Uniti. Ma i due non sono…
Questo contenuto è stato pubblicato al
È fallito il tentativo di colpo di Stato in Turchi da parte di una frazione dell’esercito. In serata blindati hanno bloccato i ponti sul Bosforo, occupato la televisione pubblica e l’aeroporto di Istanbul e proclamato il coprifuoco e la legge marziale. In un videomessaggio su internet il presidente Erdogan invita i turchi a scendere in…
Questo contenuto è stato pubblicato al
All’indomani del fallito golpe, il Presidente turco Erdogan, dopo esercito e magistratura, ha preso di mira la polizia. Oltre settemila agenti sono stati sospesi, costretti a riconsegnare armi e distintivi. Sospensioni che potrebbero presto tramutarsi in arresti. Inoltre, il Presidente turco spinge per la reintroduzione della pena capitale, fatto che preoccupa opposizione e comunità internazionale.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.