Gli svizzeri d’America latina, così vicini, così distanti
Sono interessati alla politica del loro paese d'origine, ma in media partecipano poco alle votazioni e ancor meno alle elezioni. Uno studio universitario fa il ritratto civico dei confederati in America latina, che voterebbero sicuramente di più se potessero farlo via internet.
Prima costatazione interessante: la ripartizione in percentuale degli svizzeri d’America latina corrisponde alla distribuzione della popolazione per cantone nella “madre patria”. Gli svizzeri di tutti i cantoni sembrano essere emigrati in maniera uniforme in questo angolo del mondo.
L’inchiesta
Durante l’estate 2016, grazie al sostegno del Fondo nazionale svizzero della ricerca scientifica, è stata condotta un’inchiesta per individuare le forme di transnazionalismo politico tra gli svizzeri residenti in America latina. swissinfo.ch ha collaborato alla diffusione dell’inchiesta online, eseguita dalla Scuola universitaria professionale della Svizzera occidentale (HES-SO) a Ginevra. Il questionario ha permesso di ottenere informazioni sul profilo sociodemografico, la traiettoria migratoria e le attitudini politiche (chiamate anche competenze civiche) dei partecipanti. Il campione è costituito da 539 svizzeri d’America latina.
Tra coloro che hanno partecipato all’inchiesta, i più numerosi sono gli emigrati di prima generazione (43%). La seconda generazione, ossia i figli di emigrati nati in America latina, arrivano in seconda posizione, con il 25%. Circa la metà delle persone che ha partecipato al sondaggio, ha indicato che la motivazione che li ha spinti o ha spinto i genitori ad emigrare in America latina era la ricerca di opportunità economiche.
Al corrente della politica svizzera
Qual è il legame che questi svizzeri hanno con il sistema politico del loro paese d’origine? Per misurarlo, abbiamo tenuto conto di diverse competenze civiche. Le risposte testimoniano un alto grado di implicazione e di interesse per la vita politica svizzera.
Gli svizzeri d’America latina sono molto bene informati sul funzionamento del sistema. Tre quarti di loro hanno saputo citare la denominazione di un referendum o di un’iniziativa popolare sottoposta al voto negli ultimi cinque anni. Praticamente nella stessa proporzione, conoscevano la durata del mandato dei presidenti della Confederazione (un anno).
Il 65% delle persone interrogate ha pure saputo rispondere esattamente in merito alla procedura utilizzata per eleggere i membri del governo da parte del parlamento. La percentuale è del resto simile a quella misurata tra la popolazione che risiede in Svizzera. Ed è addirittura superiore a quella registrata tra i confederati che vivono nei paesi europei.
Per quanto concerne l’attenzione rivolta all’attualità politica svizzera, nove persone su dieci affermano di seguirla, almeno in modo occasionale. E ne parlano pure, con la famiglia e gli amici. I tre quarti lo fanno in modo saltuario e un quinto regolarmente.
Questo aspetto non ha nulla di sorprendente: seguire l’attualità, soprattutto nell’epoca di internet, non esige molti sforzi. Per contro, parlare di politica è più difficile, poiché bisogna essere almeno in due. Questi risultati non differiscono da quelli registrati presso gli altri svizzeri che vivono in paesi industrializzati o nel loro paese d’origine.
Efficacia elevata…
L’inchiesta ha pure cercato di misurare la cosiddetta efficacia politica degli svizzeri in America latina. Si tratta di due valori distinti: il primo esprime la capacità di capire una realtà politica concreta, il secondo la convinzione della persona intervistata sulla sua capacità di influenzare il sistema politico. Entrambe le percentuali sono alte (74 e 71%) e superano addirittura di 30 punti quelle registrate tra gli svizzeri che vivono in patria.
Anche questo aspetto non deve sorprendere: dall’inizio degli anni 2000, la Quinta Svizzera si dà da fare per ottenere la possibilità di votare per via elettronica, poiché è cosciente della sua forza elettorale. Inoltre, in linea generale gli svizzeri all’estero sono esposti alla complessità del sistema di democrazia diretta solo a livello federale, mentre gli svizzeri che risiedono nella Confederazione devono rispondere agli stimoli del sistema politico anche a livello comunale e cantonale.
… ma debole partecipazione
La quarta e ultima competenza civica misurata è la partecipazione politica. Più della metà degli svizzeri d’America latina (52%) ha chiesto di potere votare nei consolati della loro regione di residenza. Ma se si domanda loro se hanno effettivamente votato per un referendum o un’iniziativa negli ultimi cinque anni, la proporzione scende al 41%.
Alle ultime elezioni federali di ottobre 2015 era addirittura solo del 18%, una proporzione molto bassa rispetto a quella registrata tra gli svizzeri che vivono nei paesi europei.
Si possono avanzare due spiegazioni. Da un lato, la maggior parte degli svizzeri d’Europa vive nei paesi limitrofi (Francia, Italia e Germania). Geograficamente non sono “sconnessi” dalla loro realtà. Possono votare per corrispondenza o presentarsi nell’ufficio elettorale del loro comune, poiché il viaggio spesso non è lungo.
Se si abita dall’altra parte dell’oceano, la situazione è ben differente. La sola opzione per gli svizzeri d’America latina è il voto per corrispondenza che, come sostenuto più volte dall’Organizzazione degli svizzeri dell’estero, non funziona in modo ottimale, in particolare per le lentezze postali.
La soluzione: il voto elettronico
Vi è perciò bisogno di compiere dei passi in avanti nell’instaurazione di dispositivi di voto elettronico. Sappiamo ormai che il voto via internet può essere vulnerabile a causa dell’ingerenza di potenze straniere. Bisogna quindi aumentare il livello di sicurezza affinché gli svizzeri all’estero possano avere una più grande visibilità politica e contribuire al miglioramento della qualità della democrazia svizzera.
Traduzione di Daniele Mariani
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