Un albo per i pedofili? Pareri discordanti in Ticino
Fa discutere la proposta lanciata su Popolo e Libertà dal presidente ticinese del Partito popolare democratico (di ispirazione cattolica) Fiorenzo Dadò.
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tvsvizzera/spal con RSI (Quotidiano del 14.4.2018)
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Pene troppo miti ed eccessiva discrezionalità accordata agli psichiatri non consentono, secondo il presidente PPD di tutelarci adeguatamente nei confronti di stupratori e pedofili. Urgono quindi misure appropriate.
In un articolo sull’organo del partito Popolo e Libertà il politico cantonale cita il caso clamoroso di un pregiudicato, condannato per il sequestro, lo stupro e l’omicidio dell’ex fidanzata che, ottenuta la libertà vigilata dopo 13 anni di carcere, sequestrò e strangolò una 19enne a Payerne (Canton Vaud) nel 2013.
Ma in altri numerosi casi, senza arrivare all’omicidio, stupratori e pedofili, cui le attuali norme garantiscono la privacy, sono liberi di girovagare indisturbati e finiscono per rovinare vite innocenti, continua sempre Fiorenzo Dadò. È il caso recente di un insegnante di musica condannato con la condizionale in Ticino.
Per questo motivo propone la creazione di un albo pubblico, perlomeno dei medici, insegnanti ed educatori che si macchino di questi reati, e la revoca del passaporto per queste stesse persone. “Fuori i nomi, basta omertà! La società deve potersi proteggere”, scrive perentorio Fiorenzo Dadò.
Ma le opinioni in merito sono variegate. Molti esperti impegnati nella prevenzione e nell’aiuto alle vittime ritengono che questa proposta sia inutile e persino dannosa. Il dibattito in Ticino èaperto.
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