Vittoria risicata per Recep Tayyip Erdogan al referendum costituzionale sul presidenzialismo in Turchia. Con il 99,96% dei voti scrutinati nel Paese, il 'sì' si è imposto con il 51,22%, secondo i dati diffusi da Anadolu. Il 'sì' ha ricevuto in Turchia 24 milioni 325 mila voti, il 'no' 23 milioni 170 mila.
Questo contenuto è stato pubblicato al
3 minuti
tvsvizzera.it/fra con RSI
Contenuto esterno
Recep Tayyip Erdogan diventa ‘super-presidente’, ma la Turchia resta spaccata in due. Come previsto dai sondaggi, il cruciale referendum costituzionale che blinda il ‘Sultano’ fino al 2034 finisce con un testa a testa.
Il ‘sì’ vince con il 51,2%, con un margine di un milione di voti di vantaggio. Ma è un successo macchiato da forti polemiche sui brogli, con l’opposizione che annuncia di voler contestare almeno il 37% delle schede dopo che il Consiglio elettorale supremo (Ysk) ha autorizzato, per la prima volta in Turchia, il conteggio tra i voti validi di schede non timbrate, salvo esplicite prove di frodi. “I nostri dati indicano una manipolazione tra il 3 e il 4%, da stamani abbiamo individuato 2,5 milioni di voti problematici”, ha denunciato il vice-leader dei kemalisti del Chp, Erdal Aksunger.
Contenuto esterno
A decidere la vittoria di Erdogan è stato ancora una volta lo zoccolo duro dei suoi sostenitori nell’Anatolia profonda, islamica e tradizionalista, mentre deludente è apparso l’apporto dei nazionalisti del Mhp, a loro volta spaccati sulla scelta referendaria.
I “no” arrivano dalle città
Al presidente hanno voltato le spalle le grandi metropoli, dove il suo Akp governa da più di vent’anni. A Istanbul e nella capitale Ankara il ‘no’ è sopra il 51%, mentre a Smirne, terza città del Paese e storica roccaforte laica, sfiora il 70%. Anche i curdi, duramente colpiti dalla repressione prima e dopo il fallito golpe della scorsa estate, si sono espressi in maggioranza contro Erdogan. Che però, ancora una volta, l’ha spuntata sulla linea del traguardo.
Alta la partecipazione
Alta la partecipazione al voto, come da tradizione in Turchia. L’affluenza finale è dell’84%, mentre fa il record l’affluenza all’estero, superando il 45%. Con gli emigrati, la retorica nazionalista anti-Ue ha funzionato. Il ‘sì’ all’estero sfiora il 60%, va anche oltre in Germania e Olanda.
Tutti in piazza a festeggiare
Il popolo di Erdogan festeggia in piazza e con i suoi leader. “Questa è una nuova pagina nella storia della nostra democrazia, il risultato verrà usato per garantire la pace e la stabilità della Turchia”, ha detto ai sostenitori accalcati sotto la pioggia il premier Binali Yildirim che, salvo crisi di governo, sarà l’ultimo della storia turca, fino all’entrata in vigore del nuovo sistema presidenziale nel 2019.
“D’ora in poi, c’è una nuova Turchia”, ha esultato il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu. In tarda serata è previsto anche un discorso di Erdogan. Di “successo molto importante” ha parlato poi il leader nazionalista Devlet Bahceli. Il referendum non lascia spazio a mezze misure, ma da stasera la Turchia appare ancora più divisa.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Turchia, gli espatriati hanno votato in massa anche in Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Lo rende noto il Consiglio elettorale supremo (Ysk) di Ankara. I seggi erano stati aperti in 57 Paesi a partire dal 27 marzo, dopo una campagna fatta di duri scontri tra Ankara e i Paesi Ue per i comizi negati ai suoi ministri, che il presidente Recep Tayyip Erdogan ha bollato come “pratiche naziste”. Più…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il ministero degli affari esteri di Ankara ha convocato l’ambasciatore svizzero, Walter Haffner per trasmettergli la sua contrarietà per la dimostrazione di Berna, definita da fonti diplomatiche citate dall’agenzia di stampa afp, un “raduno terrorista”. I colpevoli devono essere portati davanti alla giustizia, è stato fatto presente a Haffner, secondo quanto riportato dall’afp. Domenica, in…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un portavoce della procura federale ha indicato che le autorità competenti hanno chiesto il benestare del Consiglio federale prima di agire: dopo che quest’ultimo, per voce del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha concesso la sua autorizzazione, lo scorso 16 marzo il Ministero pubblico ha aperto un procedimento penale per sospetto spionaggio politico. La…
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Repubblica delle banane”, “capitale del fascismo”, nazione razzista e ostile all’islam. Dopo questi aspri commenti rivolti sabato e domenica ai Paesi Bassi, la Turchia presenta lunedì protesta formale. Ankara accusa l’Aja di aver violato la Convenzione di Vienna -il trattato internazionale che regola i diritti del personale diplomatico- per aver impedito ai ministri di tenere…
Il referendum turco crea polemica in Olanda e Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
In Svizzera, la polizia argoviese aveva vietato per ragioni di sicurezza la riunione prevista ieri alla quale avrebbe presenziato un deputato del partito AKP del presidente turco Recep Tayyp Erdagan per promuovere il sì al referendum costituzionale del 16 aprile. Una riunione, a carattere privato, si è comunque tenuta, ma nel canton Zurigo, a Opfikon.…
Relazioni tra Svizzera e Turchia, situazione delicata
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’albergo dove avrebbe dovuto svolgersi l’incontro pubblico con la partecipazione del ministro degli esteri turco Mevlut Cavusoglu ha annullato l’evento. Anche il governo cantonale aveva chiesto la cancellazione del comizio, previsto nel contesto della campagna per il referendum costituzionale turco del 16 aprile, votazione che potrebbe conferire poteri ancora maggiori al presidente turco Recep Tayyp…
Le tensioni fra Germania e Turchia non si smorzano
Questo contenuto è stato pubblicato al
“La normalità dei rapporti fra Germania e Turchia non è quella di oggi, è meglio della condizione attuale, e sia io sia il mio collega turco auspichiamo il ritorno a questa normalità”. Lo ha detto il ministro degli esteri tedesco Sigmar Gabriel, a Berlino, in una dichiarazione a margine di un incontro con il collega…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Dopo aver islamizzato la Turchia costruendo migliaia di moschee e scuole islamiche, oltreché prigioni, Erdogan ha assunto un ruolo assai attivo e ambiguo sullo scacchiere internazionale. Tuttavia la vera sfida rimane quella di dimostrare che il paese può ricominciare a crescere a tassi sostenuti. La svolta religiosa Fra il 2005 e il 2015 in Turchia…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.