Nuove proteste sono in programma questa sera in diverse città della Turchia contro l'esito del referendum di domenica sul presidenzialismo, vinto di misura dal 'sì' tra forti polemiche sulla regolarità del voto. Centinaia le denunce. Sarebbero 2 milioni e mezzo le schede sospette. Intanto il Parlamento prolunga lo stato d'emergenza per altri tre mesi.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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I manifestanti si ritroveranno per il terzo giorno di fila soprattutto nei quartieri delle grandi metropoli dove il ‘no’ ha prevalso nettamente. A Istanbul manifestazioni sono previste nelle roccaforti laiche di Besiktas e Kadikoy, sulle sponde europea e asiatica del Bosforo. Proteste in programma anche ad Ankara, Smirne, Edirne, Adana e diversi altri centri minori. Ieri, riporta Hurriyet, i fermi durante le manifestazioni in tutta la Turchia sono stati almeno 49.
2 milioni e mezzo di schede dubbie
Sono “circa 2,5 milioni le schede sospette” conteggiate nel referendum sul presidenzialismo di domenica scorsa in Turchia. Lo ha detto la deputata austriaca di origini turche Alev Korun, membro della delegazione di osservatori dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce), citata da media locali. I sospetti nascono dal fatto che “la Commissione elettorale suprema (Ysk), contrariamente alla legge, ha accettato le schede senza timbro ufficiale”, ha spiegato Korun, membro dei Verdi e prima deputata di origini turche nel Parlamento di Vienna.
Ricorso dell’opposizione
Il principale partito di opposizione in Turchia, il kemalista Chp, ha presentato l’annunciato ricorso formale alla Commissione elettorale suprema (Ysk) di Ankara per chiedere la “cancellazione del referendum” di domenica sul presidenzialismo. Diverse centinaia di persone sono in fila nelle sedi di Ankara e Istanbul dell’Ysk per presentare denunce su presunte irregolarità nel voto. “È chiaro che la Commissione elettorale suprema non riceve il suo potere dal popolo, dalla legge o dalla Costituzione, ma da una specifica autorità politica”, ha detto davanti al gruppo parlamentare del Chp il suo leader, Kemal Kilicdaroglu, accusando l’Ysk di aver “cambiato le regole a partita in corso”, accettando come valide le schede senza il suo timbro ufficiale.
Prolungato lo stato d’emergenza
Il Parlamento turco ha approvato il prolungamento di altri 3 mesi dello stato d’emergenza in Turchia, decretato dopo il fallito golpe del 15 luglio scorso. Il rinnovo aveva già ricevuto lunedì sera il via libera del Consiglio dei ministri, su raccomandazione del Consiglio militare supremo, all’indomani della contestata vittoria del ‘sì’ sostenuto da Recep Tayyip Erdogan al referendum sul presidenzialismo. Sotto lo stato d’emergenza, oltre 45 mila persone sono state arrestate e più di 130 mila epurate in Turchia.
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