È stata una notte di tensione nel centro di Barcellona dopo il blitz della Guardia Civil spagnola che ha arrestato su mandato di un giudice 14 alti funzionari catalani, tra cui il braccio destro del vicepresidente Oriol Junqueras.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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I funzionari erano impegnati nell’organizzazione del referendum di indipendenza del primo ottobre dichiarato “illegale” da Madrid.
Gli agenti della polizia spagnola sono rimasti ‘assediati’ dai manifestanti fino alle 3 del mattino nella sede del ministero dell’Economia catalano in Rambla de Catalunya.
40mila in piazza
Gli agenti hanno potuto lasciare il palazzo solo a quell’ora dopo l’intervento della polizia catalana dei Mossos d’Esquadra. In serata 40mila persone erano riunite davanti al Palazzo, fra grida di “Libertà”, “Voteremo”, “via le forze di occupazione”. Ci sono state manifestazioni di protesta in tutta la Catalogna.
L’Assemblea Nazionale Catalana, la principale organizzazione della società civile indipendentista, ha convocato una concentrazione permanente a partire da oggi a mezzogiorno davanti al palazzo di Giustizia, dove si trovano tuttora 10 dei 14 arrestati di ieri. Quattro sono stati rimessi in libertà.
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Referendum confermato dai catalani
Il presidente catalano Carles Puigdemont ha accusato la Spagna di avere “violato lo stato di diritto e attuato uno stato di eccezione” e ha confermato la convocazione del referendum del primo ottobre, nonostante la dura offensiva di Madrid.
Puigdemont ha chiamato il paese alla resistenza pacifica, “la sola arma che abbiamo”. Il premier spagnolo Mariano Rajoy ha chiesto al presidente catalano di rinunciare al referendum, che ha definito una “chimera”, per “evitare mali maggiori”.
Nelle oltre 40 perquisizioni attuate ieri, la polizia spagnola ha fra l’altro sequestrato 10 milioni di schede per il referendum e molto materiale elettorale. In precedenza la Guardia Civil aveva sequestrato migliaia di convocazioni destinate alle 45mila persone designate per costituire i seggi.
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