“Regine” in lotta per aggiudicarsi la finale nazionale
Si tiene questo fine settimana lo spettacolare evento che ogni anno, nel Canton Vallese, vede protagoniste le mucche di razza Hérens.
Si torna a parlare dei contestati combattimenti tra mucche regine. La finale nazionale della tradizionale competizione vallesana fra vacche della razza Hérens avrà infatti luogo questo fine settimana a Sion.
Ma di cosa si tratta esattamente? “Una volta ripulite le valli dalle ultime nevicate, la febbre della lotta delle regine riprende piede”, si legge sulla pagina del sito del canton ValleseCollegamento esterno in cui si presenta l’evento. “La stagione dei combattimenti inizia a fine marzo e culmina a maggio con la finale nazionale di Aproz”, che si trova appunto nel territorio di Sion.
Ogni anno, sono diverse migliaia le persone che assistono, in un’atmosfera piena di folclore, a questi combattimenti spettacolari, noti anche con il nome “Combat des reines” (“Lotta tra regine”).
Un rito, quello dei combattimenti, che affonda le sue radici in tempi antichi. Nelle Alpi savoiarde del Medioevo, non solo il Vallese, ma anche la Val d’Aosta e la vicina Francia erano terre in cui gli scontri fra bovine facevano parte della vita rurale.
La transumanza
Nella giornata dell’ascesa sull’alpe, nel mese di giugno, si svolge poi la transumanza estiva in cui le vacche Hérens, note in italiano anche come mucche “castane” o “pezzate nere”, iniziano lotte che continueranno per tutta la loro permanenza estiva in montagna. Colei che si guadagnerà il titolo di “regina delle Alpi” renderà orgogliosi il proprietario o la proprietaria tornando poi in paese addobbata di fiori e ornata da un nastro rosso.
Durante la discesa dall’alpeggio (tra metà settembre e metà ottobre), un gran numero di spettatori e spettatrici accorre per vederle sfilare. Si tratta di una grande festa in cui il suono dei campanacci e i richiami dei mandriani si possono sentire fino a valle, il tutto condito da vino e assaggi della regione.
Le rimostranze delle associazioni animaliste
Non tutti però trovano legittima questa tradizione rurale. Lo scorso anno, l’organizzazione animalista internazionale PETA aveva infatti chiestoCollegamento esterno a gran voce il divieto di questa manifestazione. “La tradizione non giustifica la crudeltà nei confronti degli animali”, aveva asserito Ilana Bollag, membro della PETA.
Questa razza di vacche stabilisce una gerarchia stretta e “non si batte senza motivo, ma solamente quando necessario”, aveva argomentato l’associazione le cui richieste, per ora, non hanno tuttavia avuto seguito.
L’evento sembra al contrario aver suscitato negli ultimi anni un rinnovato interesse. Il numero di spettatori e spettatrici che accorrono alla finale nazionale, che si svolgerà per l’appunto questo fine settimana, arriva addirittura a quota 10’000.
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