Bloccato dal 2015, il nuovo accordo sulla tassazione dei lavoratori frontalieri potrebbe essere firmato entro la fine dell'anno. È quanto dichiarato lunedì dal ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis.
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Il nuovo accordo sui frontalieri, che dovrebbe sostituire quello del 1974, è stato parafato nel 2015 dalle autorità svizzere e italiane. Da allora, però, i Governi italiani che si sono succeduti non l’hanno mai ratificato. I cambiamenti previsti in materia di imposizione, in particolare per alcune categorie di lavoratori, non sono però mai piaciute nella zona di frontiera. Un altro punto dolente è la garanzia sulla quota dei tributi versati dai frontalieri destinata ai comuni di residenza. Una quota che finora era versata direttamente, mentre invece con questo nuovo accordo sarebbe dovuta passare prima da Roma.
Negli scorsi giorni, rappresentanti svizzeri e italiani hanno però forse trovato un compromesso per uscire dall’impasse. “Sembra che sia stato raggiunto un accordo di principio sulle modifiche da apportare al testo così da poterlo ratificare”, ha dichiarato lunedì il ministro degli esteri elvetico Ignazio Cassis, dopo un incontro a Bellinzona con i membri dei Governi cantonali di Ticino e Grigioni, durante il quale si è discusso anche di relazioni transfrontaliere con l’Italia.
“È un passo concreto a cui non assistevamo da tempo”, ha aggiunto Cassis, dicendosi fiducioso sulla possibilità che l’intesa sia ratificata da Roma entro la fine dell’anno.
Il consigliere federale non ha fornito altri dettagli, rinviando a metà ottobre, quando il ministro delle finanze Ueli Maurer, responsabile del dossier, sarà in Ticino.
Il tema sarà all’ordine del giorno anche martedì, in occasione degli incontri che la presidente della Confederazione Simonetta Sommaruga avrà a Roma con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e con Sergio Mattarella.
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