Inasprite le norme contro il terrorismo
La Camera bassa del Parlamento svizzero ha approvato martedì una revisione legislativa che rafforza i provvedimenti per lottare contro il terrorismo e aumenta la cooperazione internazionale.
Il disegno di legge, approvato con 127 voto a 54 e 13 astensioni, introduce nel Codice penale una nuova norma che punisce il reclutamento, l’addestramento e i viaggi a fini terroristici, incluse le operazioni di finanziamento, e iscrive in modo permanente il divieto di organizzazioni terroristiche come Al Qaida, Stato islamico e affini.
Le modifiche attuano pure la Convenzione e il Protocollo addizionale del Consiglio d’Europa per la prevenzione e la lotta al terrorismo.
Squadre investigative transfrontaliere
La pena massima per la partecipazione o il sostegno a un’organizzazione vietata aumenta ad un massimo di dieci anni. La modifica crea anche una base giuridica per istituire squadre investigative transfrontaliere. Inoltre, a determinate condizioni, le autorità svizzere potrebbero trasmettere in anticipo informazioni a quelle estere.
Il progetto permette alla Svizzera di adattarsi alle sfide attuali e di rafforzare la cooperazione con altri Stati, ha spiegato la consigliera nazionale Jacqueline de Quattro, a nome della commissione responsabile del dossier. Esistono importanti reti criminali con notevoli capacità che rappresentano una minaccia considerevole per il Paese e bisogna perciò adattare gli strumenti legali per farvi fronte, ha aggiunto.
La Svizzera – le ha fatto eco la ministra di giustizia e polizia Karin Keller-Sutter – è già ben attrezzata contro la criminalità e il terrorismo, ma certi ambiti vanno migliorati.
Il servizio del TG:
Un progetto liberticida
La revisione legislativa è stata combattuta dalla sinistra, che denunciava un progetto liberticida. Verdi e socialisti hanno chiesto, senza successo, di rinviare l’intero dossier al Governo affinché lo rielaborasse conservandone solo i punti necessari per applicare la Convenzione del Consiglio d’Europa. “Ogni inasprimento della legge in questo ambito ci costa un po’ di libertà”, ha affermato l’ecologista Marionna Schlatter, aggiungendo che “la scelta di quale organizzazione può essere considerata terroristica è politica e non giuridica”.
È necessario intervenire, ma “il progetto si spinge troppo in là”, le ha fatto eco la socialista Priska Seiler Graf, temendo che le nuove disposizioni indeboliscano lo Stato di diritto. Una delle critiche verte sul fatto che anche gli adolescenti a partire dai quindici anni potrebbero essere posti agli arresti domiciliari e che si potrebbero imporre misure nei confronti di bambini a partire dai 12 anni. Secondo molte ong, la formulazione del disegno di legge, che si rivolge principalmente ad atti presunti e futuri, non offre inoltre sufficienti garanzie giuridiche.
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 16.6.2020)
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