Paziente sieropositivo curato con successo con le staminali
Nuove speranze per la cura dell’Aids giungono da una ricerca condotta a Londra su una persona sieropositiva, di cui dà notizia la prestigiosa rivista scientifica Nature.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 5.3.2019)
Il paziente, sieropositivo dal 2003, ha iniziato la comune terapia antiretrovirale nel 2012, anno in cui gli è stato diagnosticato un linfoma di Hodgking in stato avanzato. È stato quindi sottoposto a chemioterapia.
Successivamente, nel 2016, i ricercatori dello University college e dell’Imperial college di Londra, guidati da Ravindra Gupta, hanno proceduto al trapianto di cellule staminali di un donatore, che presentavano una specifica mutazione genetica che le rendeva resistenti al virus dell’Hiv. Il risultato è stato che 35 mesi dopo il trapianto delle staminali – e 18 mesi dopo che era stata sospesa la terapia antiretrovirale – non vi era più traccia del virus nel corpo dell’uomo.
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Gli studiosi ritengono che le staminali modificate abbiano reso il sistema immunitario del paziente analogo a quello del donatore. Alcuni individui sono infatti portatori di una particolare mutazione del gene Ccr5, che viene solitamente utilizzato dal virus per entrare nelle cellule e infettarle, che non consente all’Hiv di propagarsi.
Dodici anni dopo il caso del cosiddetto “paziente di Berlino” è stata quindi certificata una seconda remissione del virus. Naturalmente è ancora lunga la strada per giungere a una terapia definitiva contro la piaga dell’Hiv.
In proposito il direttore esecutivo del programma delle Nazioni Unite per la lotta all’Aids (Unaids), Michel Sidibé ha osservato che il trapianto di cellule staminali è “altamente complesso, impegnativo e costoso, con effetti collaterali e non praticabile per un largo numero di sieropositivi”. Ma questa ricerca britannica “ci dà una grande speranza per un futuro in cui potremo porre fine all’Aids con l’aiuto della scienza, di un vaccino o di una cura”.
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