Riciclaggio, necessarie misure nel settore immobiliare
Il dispositivo antiriciclaggio svizzero presenta grosse lacune che permettono di acquistare beni immobiliari con denaro di origine illegale. È la conclusione a cui giunge un rapporto di Transparency International pubblicato giovedì.
Nel suo studio, l’organizzazione non governativa attiva nella lotta contro la corruzione evidenzia soprattutto tre aspetti problematici della legge contro il riciclaggio di denaroCollegamento esterno.
Prima di tutto, le norme in vigore generalmente non si applicano ad attori che svolgono un ruolo essenziale in tutte le transazioni immobiliari, ad esempio i notai. In secondo luogo, la cosiddetta Lex Koller, che regola le acquisizioni di immobili da parte di stranieri, “manca di strumenti efficaci per individuare e sanzionare le operazioni di riciclaggio”. Infine, il registro fondiario presenta delle lacune ed è opaco. “La difficoltà di ottenere dati essenziali [nel registro fondiario] permette a chi ricicla denaro di occultare le infrazioni”, rileva Transparency InternationalCollegamento esterno in un comunicato.
La Legge svizzera sul riciclaggio di denaro è in vigore dal 1998. L’elemento principale è l’obbligo imposto a tutti gli intermediari finanziari – non solo le banche – ad identificare tutti i clienti e a rispettare la regola “know your customer”, ossia di verificare attentamente i rapporti commerciali con i clienti al fine di identificare eventuali attività sospette.
Le norme in vigore sono giudicate in modo positivo dal Gruppo d’azione finanziaria contro il riciclaggio di denaro, anche se non mancano alcuni aspetti critici, ad esempio l’assenza di sanzioni penali in caso di violazione dell’obbligo di annuncio di azionisti e di aventi diritto economici.
Tutto ciò fa sì che in Svizzera sia “relativamente facile acquisire un bene immobiliare con denaro illegale”, ha sottolineato Martin Hilti, direttore di Transparency International Svizzera.
Nella Confederazione si è finora messo l’accento sulla lotta contro il riciclaggio nel settore della finanza. Poiché le norme sono diventate più severe, “è probabile” che chi ricicla denaro si orienti sempre più spesso verso altri settori meno regolamentati. L’immobiliare è uno di questi. “Studi recenti condotti in altri paesi con una piazza finanziaria forte e un settore dei beni di lusso molto sviluppato, mostrano che i rischi di riciclaggio nell’immobiliare sono elevati”, scrive l’ONG.
Intervistato dalla Radiotelevisione svizzera RTS, Eric Martin, presidente della sezione svizzera di Transparency International, ha sottolineato che negli Stati Uniti, in Canada e in Gran Bretagna l’ONG ha constatato lo stesso fenomeno. Il settore immobiliare “permette di investire somme importanti, è un investimento sicuro e spesso si investe anche in paesi la cui moneta si rivaluta”, ha spiegato Martin.
Rischio di pressioni internazionali
“La Svizzera non è in conformità con gli standard internazionali; siamo il solo paese dell’Organizzazione per lo sviluppo e la cooperazione economica che non assoggetta all’obbligo di diligenza” notai, avvocati e altri intermediari attivi nel settore immobiliare, ha messo in guardia il presidente dell’ONG. “Penso che il Gruppo d’azione finanziaria (GAFI) eserciterà sempre più pressioni sulla Svizzera e quindi penso sia meglio agire adesso invece di aspettare”.
Oltre appunto a chiedere che gli intermediari che intervengono nelle transazioni immobiliari sottostiano all’obbligo di diligenza previsto dalla legislazione antiriciclaggio, Transparency International propone diverse altre misure. Ad esempio, il registro fondiario dovrebbe indicare non solo il proprietario dell’immobile, ma anche gli aventi economicamente diritto del bene in questione, nonché il prezzo d’acquisto dell’immobile.
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