Rivendicazioni, marce e qualche tafferuglio
Il Primo maggio svizzero si è svolto all'insegna della parità uomo-donna, della difesa delle pensioni e degli stipendi. Decine di migliaia le persone scese in piazza e non sono mancati i disordini.
Diverse migliaia di dimostranti hanno preso parte alle circa 50 manifestazioni per la Festa del lavoro tenutesi in tutta la Svizzera. I vari dibattiti che si sono svolti hanno avuto come temi centrali le condizioni salariali, la disuguaglianza sociale e la lotta alla povertà. Non sono tuttavia mancati disordini e danni alle proprietà.
Esprimendosi a Bienne davanti a 150-200 persone, il presidente della Confederazione, Alain Berset, si è detto preoccupato per le crescenti disuguaglianze che erodono la coesione sociale.
“La disuguaglianza oggi è estrema come lo era all’inizio del XX secolo, quando non esisteva quasi uno Stato sociale degno di questo nome”, ha dichiarato il consigliere federale socialista.
Le parole di Berset nel servizio del TG:
“Le crisi hanno l’effetto di aumentare le disuguaglianze”, ha detto il presidente della Confederazione, che ha elencato l’inflazione, l’energia, la guerra in Ucraina e il costo della salute e del cibo. Per il capo del Dipartimento federale dell’interno, le persone più vulnerabili sono quelle che soffrono di più durante i periodi difficili che rischiano di minare la coesione sociale. Tale situazione fa poi perdere di vista altri problemi non meno urgenti, come la parità salariale e la crisi climatica.
Disordini a Zurigo e Basilea
Al corteo del Primo maggio a Zurigo si sono presentate quasi 10’000 persone, secondo i sindacati. Tra queste anche un notevole blocco della sinistra radicale, che ha causato danni alle proprietà.
Tra gli immobili colpiti vi è anche una filiale dell’UBS nella Bahnhofstrasse, contro cui sono state scagliate delle bottiglie riempite di vernice, ha riferito un corrispondente di Keystone-ATS. Sono stati inoltre esplosi ripetutamente petardi e fuochi d’artificio. La polizia si è disposta lungo il percorso della manifestazione ma non è intervenuta.
Nel pomeriggio si è svolta una manifestazioni non autorizzata per la quale si è reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine, che sono state aggredite con lanci di oggetti e fuochi d’artificio dai partecipanti riottosi. Sono stati compiuti diversi arresti.
A Basilea un grande dispiegamento di polizia ha bloccato un corteo di 1000 manifestanti. In un primo momento le forze dell’ordine avevano cercato di separare gli appartenenti al “Blocco anticapitalista” da quelli dei sindacati e del Partito socialista.
All’inizio della manifestazione, il sopracitato drappello di manifestanti si era posto alla testa del corteo, mentre i sindacati e gli esponenti del PS lo seguivano da lontano. Tuttavia, i tentativi di separare il “Blocco anticapitalista” e di indirizzarlo su un percorso diverso sono falliti, questo soprattutto perché i manifestanti di PS e sindacati hanno serrato i ranghi per dimostrare solidarietà con il gruppo, sebbene ne avessero preso inizialmente le distanze.
La polizia si è fatta trovare sul posto con un cospicuo contingente munito di idranti e ha circondato e bloccato i circa 70 esponenti del “blocco” poco prima di Bankenplatz per effettuare i controlli delle generalità, ha dichiarato un funzionario di polizia a Keystone-ATS. Nel giro di un paio d’ore la situazione si è poi calmata.
Atmosfera più calma a Ginevra e Berna
A Ginevra, invece, circa 2000 persone hanno partecipato in un’atmosfera tranquilla al corteo del Primo maggio. Mentre la destra si è rafforzata alle recenti elezioni cantonali, i sindacati e la sinistra si erano prefissi quali obiettivo di rilanciare il movimento sociale in occasione della Festa dei lavoratori. La manifestazione ha anche permesso a diverse organizzazioni di ricordare lo sciopero femminista del 14 giugno.
Anche a Losanna, il corteo del Primo maggio si è svolto in un’atmosfera gioiosa e ha riunito 300-400 persone. Tra di essi delegazioni romande di lavoratori di rifinitura che hanno chiesto miglioramenti del loro contratto collettivo di lavoro che è in fase di rinnovo.
Infine, a Berna la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider si è unita alle diverse centinaia di partecipanti alla festa del Primo maggio su Piazza federale, senza tuttavia tenere un discorso. A prendere la parola sono invece stata le consigliere nazionali Flavia Wasserfallen (Partito socialista) e Natalie Imboden (Verdi) che hanno fatto campagna in favore del referendum contro la “traballante” riforma del Secondo pilastro. “Nel 2024 sconfiggeremo anche questa riforma alle urne”, ha detto Wasserfallen.
Le rivendicazioni dei sindacati
I dirigenti sindacali hanno messo in guardia contro un aggravamento della “crisi del potere d’acquisto”.
Le élite economiche chiedono un aumento dell’orario di lavoro e ulteriori innalzamenti dell’età pensionabile, ha sottolineato – secondo un comunicato – il presidente dell’Unione sindacale svizzera (USS) Pierre-Yves Maillard in un discorso tenuto a Interlaken (canton Berna) e a Yverdon-les-Bains (canton Vaud). Ciò non ha nulla a che vedere con la difesa del bene comune.
La lotta per i diritti dei lavoratori e per la giustizia sociale è “amaramente necessaria”, ha detto dal canto suo la presidente di Unia Vania Alleva, che ha parlato a Basilea e a Liestal (canton Basilea Campagna). La giustizia sociale non viene regalata ai lavoratori. “Al contrario, ci sono solo regali per i super ricchi e per le imprese”, ha dichiarato. D’altra parte, per le persone che hanno lavorato tutta la vita, i partiti borghesi e i datori di lavoro non vogliono spendere soldi. Per questo motivo sono necessari salari più alti, pensioni più solide e un’equa distribuzione del lavoro, ha aggiunto Alleva.
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