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Il Sud Italia brucia

Ancora roghi nel Sud d’Italia. Mentre la situazione è migliorata a Messina, un vasto incendio è scoppiato sul Vesuvio e sul Gargano sono andati a fuoco boschi e macchia mediterranea. Ma gli incendi stanno devastando anche i Balcahni e la costa occidentale degli Stati Uniti

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Alle ore 18 di ieri sono stati registrati oltre 1130 interventi in Italia per gli incendi boschivi e di vegetazione. Più di 350 automezzi antincendio a supporto degli 800 Vigili del fuoco dispiegati sul territorio nazionale. Ancora una volta è la Sicilia a confermarsi come la zona in cui sono stati effettuati il maggior numero di operazioni di spegnimento, 458. Seguono la Puglia con 241 interventi, la Calabria con 226, la Campania con 221 e il Lazio con 214.

Incendio sul Vesuvio

L’incendio sul Vesuvio ha raggiunto un fronte di due chilometri di lunghezza con fiamme molto alte. Decine di persone coinvolte nelle attività di spegnimento tra dipendenti regionali, personale di Sistemi per la meteorologia e l’ambiente Campania e volontari. Una colonna di fumo, partendo dalle pendici del vulcano, ha sovrastato tutto il Golfo partenopeo. Due ristoranti e alcune abitazioni sono state evacuate a scopo precauzionale nella parte alta di Torre del Greco. 

Aperta inchiesta per incendio doloso

La Procura di Torre Annunziata ha aperto un fascicolo di inchiesta sui roghi che in queste ore stanno interessando le aree del Vesuvio e diversi comuni della provincia di Napoli. L’accusa è di incendio doloso, per ora a carico di ignoti.

… e in Sicilia

A Messina e provincia, invece, sono rimasti attivi solo piccoli focolai sui monti peloritani e in altre zone della città; nel pomeriggio sono riprese le lezioni e l’attività didattica nelle facoltà che ieri erano state evacuate nel rione Annunziata. Intanto, i vigili del fuoco sollecitano un rafforzamento dell’organico ritenuto insufficiente a fronteggiare l’emergenza e il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta lancia un appello ai ministri della Giustizia e dell’Interno affinché vengano introdotte “pene severissime” nei confronti dei piromani, e pensa all’acquisto di droni per dotare la protezione civile di strumenti preventivi di avvistamento. 

I danni sono stati ingenti: secondo la Coldiretti,  la maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana, sono andati in fumo duemila ettari di uliveti e vigneti. Sempre in Sicilia, l’incendio che ieri ha bruciato la valle Scaldaferro, tra Enna e Calascibetta, ha danneggiato la linea ferroviaria Catania-Palermo che è stata interrotta costringendo a ricorrere a un servizio sostitutivo di pullman.

Fiamme anche sul Gargano. Già dal tardo pomeriggio di ieri roghi sono divampati nella zona di Carpino; in serata sembrava che la situazione fosse sotto controllo, ma a causa delle alte temperature e del forte vento, il fuoco si è propagato su altre zone del promontorio, a Cagnano Varano e Mattinata. Le fiamme hanno raggiunto il Subappennino dauno.

Stati Uniti, colpita la costa occidentale

Roghi, siccità e temperature sopra la norma stanno impegnando da giorni la costa occidentale degli Stati Uniti. Spettacoli incendi sono divampati nel fine settimana in particolare nel nord della California, ma hanno devastato anche alcune aree del Colorado, dell’Arizona e del New Mexico.

Secondo il Dipartimento della forestale e della protezione antincendio locale almeno 4000 persone sono sotto ordine di evacuazione nelle colline della Sierra Nevada, ad un centinaio di chilometri a nord di Sacramento. Alcuni residenti sono però tornati a casa. Complessivamente il fuoco ha bruciato quasi 23 chilometri quadrati ed è stato in parte contenuto.

In Colorado il miglioramento delle condizioni climatiche sta agevolando i soccorsi. A Breckenridge, località ai piedi delle Montagne Rocciose nota per le sue strutture sciistiche, nelle scorse ore i vigili del fuoco hanno dichiarato le fiamme contenute per l’85% e per molti dei residenti è rientrato il rischio evacuazione. Sotto controllo la situazione anche in New Mexico ed in Arizona.

In Europa bruciano i Balcani

Nel vecchio continente sono i Balcani a preoccupare, con incendi boschivi segnalati in Croazia e Montenegro, sebbene la situazione appaia sotto controllo. L’ondata di caldo torrido che si protrae da una settimana sta proseguendo. 

In Serbia e altri Paesi balcanici vicini la giornata odierna è stata da allarme rosso, con le autorità che hanno invitato la popolazione, in particolare bambini, anziani e persone sofferenti, a evitare di esporsi al sole nelle ore più calde. Quella di oggi veniva data dai servizi meteo come la giornata di massima calura di questa ondata di aria torrida. 

A Belgrado la temperatura massima è stata di poco superiore ai 38 gradi, mentre in altre località del Paese si è anche raggiunta e superata la soglia dei 40 gradi. In forte incremento il consumo di acqua corrente e di elettricità per via dei condizionatori attivati al massimo.

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