Ruag apre un’inchiesta interna dopo le dichiarazioni della CEO
L'invito della CEO di Ruag a Madrid e Berlino a riesportare le armi svizzere in Ucraina, nonostante la legislazione elvetica lo vieti, ha fatto discutere e ora il Consiglio di amministrazione dell'azienda ha fatto sapere che svolgerà verifiche interne per far chiarezza su quanto accaduto.
Questo contenuto è stato pubblicato al
4 minuti
tvsvizzera.it/mrj
Alcuni giorni fa Brigitte Beck, la direttrice dell’azienda di armamenti svizzera Ruag, di cui è proprietaria la Confederazione, ha invitato Spagna e Germania a riesportare le armi elvetiche in Ucraina. Un invito a violare le regole che fa discutere e sul quale il CdA dell’azienda ha fatto sapere di voler fare chiarezza.
“Germania, Spagna fornite questo materiale all’Ucraina. E invece chiedono a noi di violare le nostre leggi. Potrebbero farlo… e noi cosa faremmo allora? Probabilmente nulla. Probabilmente non arriveremmo a perseguirli se dovessero consegnare questi sistemi bellici. Non credo proprio ci sarebbero conseguenze. Questo è il mio pensiero”: le parole che fanno discutere risalgono a due settimane fa e sono state pronunciate a una conferenza sulla neutralità e sulla sicurezza.
Contenuto esterno
La dichiarazione di Beck che non è piaciuta ai presidenti delle commissioni di politica di sicurezza, entrambi esponenti dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice). “Il suo compito è dirigere la Ruag e creare le condizioni quadro ideali per l’azienda. Il suo compito non è immischiarsi in dibattiti politici. In questo senso reputo sia andata troppo in là”, ha detto il consigliere agli Stati bernese Werner Salzmann.
Uscite che anche i parlamentari di altri partiti reputano inopportune. Il consigliere nazionale ticinese liberal-radicale Rocco Cattaneo ha dichiarato: “Sono inopportune. Soprattutto in un momento come questo, in cui ci sono diversi atti parlamentari che trattano il tema della riesportazione di materiale bellico. Penso che sia un compito del Parlamento discutere di questo tema e non della direttrice generale della Ruag”.
Il CdA della Ruagtrarrà le conclusioni per eventuali miglioramenti in seguito alle verifiche interne annunciate. Il Dipartimento della difesa non ha voluto dal canto suo commentare l’accaduto.
…e quando il materiale bellico appartiene al passato che si fa?
In Italia ci sono centinaia di carri armati risalenti agli anni Sessanta in attesa di un acquirente, parcheggiati in una zona paludosa in provincia di Vercelli. Un centinaio di Leopard 1A5 è stato acquistato nel 2016 dalla Ruag che prevedeva di revisionarli ed esportarli in America Latina. I negoziati con il Brasile però sono falliti e i panzer “migliorati” sono rimasti chiusi nei capannoni. Ora il conflitto in Ucraina ha fatto crescere l’interesse nei confronti di questi mezzi blindati (e anche il loro prezzo). La Germania ha chiesto di poterli acquistare per donarli a Kiev, ma la Segreteria di Stato per l’economia (SECO) ha detto di no a metà marzo: “La Svizzera non intende dare armi ai belligeranti”. In seguito è però emersa un’ipotesi alternativa a margine del vertice di Ramstein (l’undicesima riunione del gruppo di contatto per la difesa dell’Ucraina): chiedere alla Confederazione di restituire all’Italia gli 1A5, ceduti come rottami e non mezzi da combattimento. La Svizzera si libererebbe di un problema e l’Ucraina otterrebbe rinforzi. Una soluzione pragmatica sullaquale però – almeno finora – non sono stati fatti progressi.
Ferrovie svizzere al secondo posto dopo Trenitalia, ma in verità sono all’undicesimo
Questo contenuto è stato pubblicato al
All'inizio di dicembre è stato pubblicato lo studio di un'ONG specializzata nei trasporti che ha classificato le FFS seconde in Europa. Ma la scoperta di un errore di calcolo ha fatto uscire l'azienda elvetica dalla top ten.
Risolto il mistero di un’eruzione vulcanica del 1831
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un team di ricerca con partecipazione svizzera ha risolto l'enigma di una misteriosa eruzione, identificando il vulcano all'origine del fenomeno che ha raffreddato il pianeta e provocato carestie.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Con il nuovo anno, il capoluogo lombardo limita i diritti dei fumatori anche all'aperto, quando questi sono in presenza - in un raggio di dieci metri - di altre persone.
Un morto nell’atterraggio di emergenza di Swiss a Graz
Questo contenuto è stato pubblicato al
È morto il membro dell'equipaggio della compagnia aerea svizzera ferito nell'atterraggio di emergenza effettuato una settimana fa nella città austriaca. Aperta un'inchiesta.
Ermotti sulla sua retribuzione milionaria, “Conosco il valore dei soldi”
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sergio Ermotti torna sulla retribuzione di 14 milioni di franchi incassata nel 2023 per nove mesi di lavoro alla testa di UBS.
Venticinque anni fa il millennium bug, tanto fumo e poco arrosto
Questo contenuto è stato pubblicato al
Venticinque anni fa il mondo si preparava a una catastrofe informatica. L'idea che i computer potessero bloccarsi al momento del passaggio fra il 31 dicembre 1999 e il 1° gennaio 2000 mise in allarme il pianeta.
Il franco svizzero sarà una moneta forte pure nel 2025
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il franco svizzero, porto sicuro per eccellenza fra le valute mondiali, dovrebbe continuare a essere ricercato anche l'anno prossimo a fronte dell'incertezza politica.
Un nuovo tipo di reattore nucleare verrà testato in Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
L’Istituto Paul Scherrer vuole sperimentare una nuova tecnologia per produrre energia con l’”Onion Core”. Il progetto solleva interrogativi non solo tra gli ecologisti.
Ignazio Cassis, la Svizzera si è abituata a benessere e sicurezza
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Consigliere federale Ignazio Cassis, parlando delle attuali sfide geopolitiche e del ruolo del nostro Paese, ha detto che in Svizzera non si tiene ancora sufficientemente conto della situazione globale del mondo.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Armi “svizzere” prodotte in Italia destinate all’Ucraina
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sistemi di difesa aerea made in Italy, ma prodotti da un'azienda svizzera, sono attivi in Ucraina, secondo quanto riportato da un quotidiano.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Malgrado le sanzioni, l'export di chip e macchinari di precisione svizzeri verso la Russia prosegue. È quanto emerge da un'inchiesta della Radiotelevisione svizzera.
Il Governo non dà concessioni sulla riesportazione di materiale bellico svizzero
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'argomento continua ad essere caldo e, dopo una certa apertura mostrata dal Parlamento, il Consiglio federale ribadisce la propria neutralità.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Bocciata dal Consiglio degli Stati la mozione che voleva permettere la riesportazione verso l'Ucraina di materiale bellico acquistato in Svizzera.
La Svizzera pronto a cedere alcuni Leopard 2 alla Germania
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo il capo dell'Esercito Thomas Süssli, la Svizzera potrebbe cedere un numero limitato di carri armati, dopo aver valutato le proprie necessità.
Fabbrica di munizioni della Ruag venduta alla Beretta
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il gruppo bresciano si è impegnato a tenere i 2'700 dipendenti e la sede di Thun della Ammotec, di cui è divenuto proprietario. Critiche in Svizzera.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.