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Sale a 26 miliardi l’utile della Banca nazionale (Bns)

Anche nel 2021 la Bns è stata molto attiva sul mercato dei cambi.
Anche nel 2021 la Bns è stata molto attiva sul mercato dei cambi. © Keystone / Anthony Anex

Per la Banca nazionale Svizzera (Bns) si profila un utile 26 miliardi di franchi nell'anno che si è appena chiuso, cifra che indica una crescita del 24% rispetto al risultato dell'esercizio precedente (20,9 miliardi).

Il guadagno poteva essere anche superiore, visto che nei primi nove mesi l’utile veleggiava attorno ai 41 ma l’ultimo trimestre è sopravvenuta una perdita di 15 miliardi, dovuta essenzialmente all’apprezzamento del franco svizzero e dei tassi di interesse.

Sorridono Confederazione, Cantoni e azionisti

La notizia fa comunque felici cantoni e Confederazione, che beneficeranno, come di consueto, di un contributo che per il 2021 sarà di 6 miliardi di franchi (un terzo a Berna e la quota rimanente suddivisa tra i cantoni).

Ma hanno buone ragioni per sorridere anche gli azionisti: l’utile di bilancio, infatti, tenuto conto delle riserve pari a 90,9 miliardi, sale a 108 miliardi, importo che consente di versare il dividendo massimo previsto dalla legge (15 franchi per azione), così come del resto è avvenuto anche nel 2020.

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Fonti della Bns hanno precisato che il risultato d’esercizio è da addebitare soprattutto alle posizioni in valuta estera (quasi 26 miliardi) che hanno visto la Bns molto attiva sul mercato dei cambi. Le posizioni in franchi nel bilancio dell’istituto centrale hanno fruttato 1 miliardo mentre sull’oro vi sono state piccole minusvalenze (0,1 miliardi).

Critiche alla politica della Bns

In proposito la Bns, secondo cui la divisa elvetica è sopravvalutata, ha espresso a più riprese l’intenzione di essere attiva sul mercato dei cambi. Una politica che però non viene condivisa da tutti. 

L’Unione sindacale svizzera (Uss) ad esempio ha ribadito la proposta di destinare gli utili dell’istituto di emissione all’Avs (pensioni pubbliche), considerato che l’importo di 26 miliardi di franchi potrebbe coprire i bisogni di finanziamento di questa assicurazione sociale per i prossimi dieci anni, senza contare i 90 miliardi delle riserve che fanno gola a parecchi.

Ambienti della destra economica e politica vorrebbero infatti utilizzare parte di questi fondi per colmare i deficit che ci sono nella finanza pubblica. Da parte sua la Bns si è sempre opposta a queste richieste, brandendo il principio dell’indipendenza dell’istituto.

In giugno il presidente del cda ha osservato in proposito che la politica di redistribuzione attuale è la migliore possibile e l’eventuale utilizzo delle eccedenze della banca centrale in favore dell’Avs potrebbe rivelarsi problematica nell’ambito della politica monetaria portata avanti da Berna.

Il meccanismo della distribuzione degli utili a Berna e Cantoni

Il versamento di parte degli utili della Bns a Confederazione e Cantoni, nella misura di rispettivamente un terzo e due terzi, è regolato da una convenzione valida per un quinquennio che viene stipulata con il Dipartimento federale delle finanze. Per il periodo 2021-2025 le parti si sono accordate per un importo massimo di 6 miliardi (2 alla Confederazione e 4 ai Cantoni).

Il massimo di 6 miliardi di franchi comprende una cifra di base di 2 miliardi che viene versata a condizione che l’utile di bilancio ammonti almeno a tale importo. A questo valore si aggiungono quattro possibili distribuzioni aggiuntive, ciascuna di 1 miliardo, cui si procede quando l’ammontare dell’utile raggiunge i valori di 10, 20, 30 o 40 miliardi.

In pratica agli enti pubblici va la quota di utile che rimane dopo gli accantonamenti che la Bns effettua, come prescrive la legge federale, allo scopo di mantenere le riserve monetarie al livello richiesto dalla politica monetaria.

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