Da venerdì sono scattate in tutta Europa le misure di blocco dei beni degli oligarchi russi. In Svizzera congelati diversi conti.
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tvsvizzera.it/mrj
Gli oligarchi russi vicini a Vladimir Putin stanno subendo da venerdì le conseguenze delle sanzioni introdotte dall’UE e dalla Svizzera. Oltre ai conti bancari sono stati sequestrati immobili, auto e anche alcuni yacht. Operazioni simili sono previste anche in Svizzera, ma per ora non sono state mediatizzate come nel resto dell’Europa.
A Imperia, nella notte, è stato sequestrato “Lady M.”, uno yacht di 65 metri di lunghezza proprietà di uno degli uomini più ricchi della russia, il multimiliardario Alexei Mordashow. Si tratta di un oligarca, molto vicino a Vladimir Putin, i cui affari passano anche dalla Svizzera e in particolare dal Ticino. Nel cantone a sud delle Alipi, infatti, si trova la sede di Severstal Export, colosso siderurgico russo.
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Anche altre imbarcazioni sequestrate appartengono a personalità i cui affari hanno addentellati in Svizzera, come per esempio Gennady Timchenko, proprietario di Gunvor (società specializzata nel commercio, trasporto e stoccaggio di prodotti dell’industria petrolifera).
Come spiega l’avvocato esperto di sanzioni Marc GIllieron ai microfoni della RSI, tutti i beni che appartengono a persone soggette a queste sanzioni sono sequestrati: conti bancari, immobili, veicoli o qualsiasi altro tipo di bene materiale che appartiene direttamente o indirettamente a questi oligarchi.
Concretamente, per quanto riguarda la Confederazione, “tutte le persone – quindi non soltanto gli intermediari finanziari (banche, assicurazioni, ecc) – che hanno informazioni riguardo ad averi patrimoniali di ogni genere – specialmente depositi bancari – sono tenute a informare il Segretariato dell’economia”. A spiegarlo è l’avvocato ticinese Paolo Bernasconi.
In Svizzera si tratta soprattutto di bloccare i conti bancari: un’operazione meno mediatizzabile, ma sicuramente più pesante, poiché gli averi custoditi negli istituti di credito elvetici si contano in milioni e miliardi di franchi.
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Sanzioni sulle quali si è espresso proprio oggi il presidente russo Vladimir Putin, secondo il quale queste misure equivalgono a una dichiarazione di guerra, “ma grazie a Dio non ci siamo ancora arrivati. Penso che i nostri cosiddetti “partner” abbiano ancora una minima comprensione di quali potrebbero essere le conseguenze e le minacce per tutti. Anche se hanno fatto qualche affermazione sconsiderata come quella del ministro degli Esteri britannico quando ha detto che la NATO potrebbe entrare nel conflitto. Per questo abbiamo messo immediatamente in allerta le nostre forze di deterrenza nucleare in modalità di combattimento”.
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