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A Davos un centro per lo studio dei cambiamenti climatici

Neve e sole a Davos
La quarantina di collaboratori approfondirà due ambiti fondamentali: lo studio dei movimenti delle masse alpine e del permafrost e le conseguenze dei cambiamenti climatici per le regioni di montagna. Keystone / Arno Balzarini

A partire da gennaio 2012, sarà aperto un nuovo centro di ricerca sui cambiamenti climatici. In una prima fase saranno studiate questioni sociali ed economiche legate ai cambiamenti climatici, agli eventi estremi e ai pericoli naturali nella zona di montagna. La struttura darà lavoro a 40 persone.

Il Cantone dei Grigioni e l’Istituto federale di ricerca per la foresta, la neve e il paesaggio (WSL) apriranno un centro di ricerca sui cambiamenti climatici a Davos, in collaborazione con il Politecnico di Zurigo (ETH). 

L’attività, come detto, avrà inizio nel gennaio del 2021. È ormai noto a tutti che i mutamenti avanzano e influenzano in modo particolare gli eventi meteorologici estremi e i fenomeni naturali nell’arco alpino. In queste zone il riscaldamento è doppio rispetto alla media globale. Alluvioni, colate detritiche e frane e lunghi periodi di siccità estiva possono esserne la conseguenza.

“Abbiamo bisogno di nuovo sapere e di soluzioni innovative per una gestione efficace dei pericoli naturali. Solo in questo modo le persone possono vivere e svolgere attività economiche in modo sostenibile nelle zone di montagna”, ha spiegato Jürg Schweizer, direttore dell’SLF di Davos (Istituto per lo studio della neve e delle valanghe) durante la conferenza stampa odierna.

“La nostra ricerca sul clima e sull’ambiente di profilo internazionale garantisce che le due doppie cattedre previste possano beneficiare di una solida rete grazie all’WSL. Al contempo approfondiremo le conoscenze sulle conseguenze dei cambiamenti climatici per le zone di montagna, le quali sono di importanza fondamentale per la Svizzera”, ha affermato il presidente dell’ETH di Zurigo Joël Mesot.

Lo studio di due ambiti principali

La quarantina di collaboratori approfondirà due ambiti fondamentali: lo studio dei movimenti delle masse alpine e del permafrost e le conseguenze dei cambiamenti climatici per le regioni di montagna. Si dedicherà spazio anche allo sviluppo dell’allerta precoce, dell’ecologia montana e del bosco di protezione, e alla comunicazione per la gestione dei pericoli naturali.

I costi di 72 milioni di franchi per la durata di dodici anni sono garantiti dal Canton Grigioni, dal WSL e dal Politecnico di Zurigo.

Un contributo allo sviluppo economico montano

“Il nuovo centro di ricerca fornisce un importante contributo sociale, economico e formativo allo sviluppo del nostro Cantone”, afferma il Consigliere di Stato Jon Domenic Parolini.

I suo collega Marcus Caduff aggiunge che: “La piazza di ricerca di Davos sarà potenziata in modo duraturo attraverso la creazione di un numero di posti di lavoro altamente qualificati. In questo modo si intende consolidare il trasferimento di sapere e di tecnologie a beneficio dell’economia regionale, associato all’esigenza concreta di conservare le regioni di montagna quali luoghi in cui vivere sicuri e con un buona qualità di vita.”

Il servizio del telegiornale, con ulteriori dettagli:

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