Collaborazioni italo-svizzere nello studio del genoma umano
The Human Technopole, il nuovo istituto di ricerca avanzata nell'ambito delle scienze della vita, è stato presentato poco più di una settimana fa a Washington.
A parte Palazzo Italia, costruito in occasione di Expo 2015 e che sorge a fianco dell’Albero della Vita, opera simbolo di quella che fu l’Esposizione Universale di Milano, Human Technopole è ancora una struttura in embrione. Quando sarà completata nel 2024 si estenderà su una superficie di 30’000 metri quadrati e, oltre a Palazzo Italia, in questo periodo sotto lavori di restauro e adeguamento, occuperà altri due edifici esistenti che verranno convertiti e uno di nuova costruzione.
Insieme ospiteranno 7 centri di ricerca e 4 strutture scientifiche di supporto dette facilities (compresi i 3 supermicroscopi che serviranno tutto il comparto dei laboratori) e 1’500 persone tra amministrativi e ricercatori.
Un istituto di ricerca unico al mondo
Da quel momento in poi la Fondazione Human Technopole sarà un istituto di ricerca multidisciplinare che svilupperà approcci personalizzati, in ambito medico e nutrizionale, mirati a contrastare il cancro e le malattie neurodegenerative, integrando la genomica su larga scala con l’analisi di banche dati complesse e lo sviluppo di nuove tecniche diagnostiche collocandosi all’avanguardia mondiale in diversi settori.
Qui si studieranno Alzheimer, Parkinson, Sclerosi Laterale Amiotrofica e malattie correlate, verranno individuati cibi più sani e terapeutici, si studieranno processi biologici associati alle malattie al fine di sviluppare terapie innovative e personalizzate per la cura del cancro, si analizzeranno le grandi moli di dati ricavati dal lavoro degli altri centri di ricerca, per esempio su genomica e alimentazione, si applicherà la scienza dei materiali e le nanotecnologie a diversi ambiti.
“Human Technopole – spiega a swissinfo.ch Iain Mattaj, direttore di Human Technopole – farà ricerca essenzialmente nell’ambito della biologia umana. Stiamo entrando in un’era detta genomica in cui possiamo ottenere una serie completa di informazioni sulla sequenza del genoma e sugli individui. Ogni persona è diversa dall’altra non solo nelle caratteristiche fisiche ma anche nella risposta al trattamento dei farmaci, dei trattamenti medici, del cibo. Noi vogliamo contribuire a capire come le differenze genomiche individuali contribuiscono alla salute e al benessere”.
Collaborazione con la Health Valley svizzera
Un lavoro che sarà svolto in collaborazione con istituti e centri di ricerca di tutto il mondo. Come anche quelli svizzeri localizzati principalmente nella cosiddetta Health Valley che si estende dal Canton Ginevra e Vallese fino a Neuchâtel e Berna.
“Collaboreremo con gli altri istituti e i centri di ricerca che si occupano di malattie genetiche in altri paesi per raccogliere quante più informazioni possibile sui pazienti per capire che cosa genera le malattie. E lo faremo anche con i centri di ricerca svizzeri come per esempio lo Swiss Institut of Bioinformatics che offre informazioni e dati che useremo anche noi come già fanno i ricercatori in tutto il mondo”, aggiunge il direttore che conosce bene il livello dei centri elvetici dato che proprio in Svizzera presso il Friedrich Miescher Institute e il Biocentre dell’Università di Basilea ha svolto attività di ricerca post-dottorato negli anni ’80.
Oltre a Human Technopole nell’area ex expo chiamata oggi MIND, Milan Innovation District sorgeranno le facoltà scientifiche della Statale di Milano, il Grande Ospedale Galeazzi, tante aziende, case, attività sportive.
“Una nuova area ideale per stimolare l’innovazione”, spiega a swissinfo.ch il presidente Marco Simoni, in cui lavoreranno centinaia di ricercatori e ricercatrici selezionati internazionalmente sulla base della loro statura scientifica e della qualità delle ricerche nelle aree in cui sono specializzati.
Significativo anche lo sforzo del governo che in base al decreto n. 28 del presidente del Consiglio dei ministri del 27 febbraio 2018, stanzierà 115 milioni di euro l’anno, destinati a diventare 140 a partire dal 2023. “Un investimento importante per un istituto che sarà uno dei più grandi centri di ricerca in Europa nel suo genere”, conclude ancora Simoni.
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