Scontri in Perù, una decina gli svizzeri e le svizzere bloccate
Scontri anche a Chao, nel nord del Perù
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Il caos in Perù, seguito all'arresto dell'ex presidente Pedro Castillo, sta creando grossi problemi anche ai turisti e alle turiste, tra cui una decina di cittadinanza elvetica, che si trovano nel Paese andino.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
Nella regione del Machu Picchu diverse centinaia di ospiti stranieri/e sono bloccate a causa della paralisi del servizio ferroviario che è stato investito dalle proteste che si stanno moltiplicando in tutto il Paese.
L’ambasciata svizzera a Lima è a conoscenza di una decina di cittadini svizzeri che si trovano attualmente ad Aguas Calientes, vicino a Machu Picchu, ha fatto sapere il Dipartimento federale degli affari esteri (DFAE).
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Bloccate anche quattro italiane
L’ambasciata è in contatto con loro e con gli altri cittadini e cittadine svizzere che si trovano attualmente in Perù e con le autorità locali, per cercare di risolvere le situazioni problematiche. Finora la hotline del ministero degli Esteri ha ricevuto una trentina di richieste relative alla situazione nel Paese andino.
Le quattro italiane bloccate da tre giorni nel villaggio periferico di Checacupe, mentre cercavano di andare in Bolivia in bus (fermato da un centinaio di manifestanti), sono invece arrivate a Cusco, scortate dalla polizia che si è attivata in seguito all’intervento dell’ambasciata italiana. Dall’ex capitale dell’impero Inca le turiste dovrebbero proseguire in aereo per Lima e successivamente, con un volo intercontinentale, per l’Italia.
Crisi politica insanabile
Dall’arresto dell’ex presidente Pedro Castillo l’intero Perù è attraversato da disordini, marce e blocchi stradali che hanno paralizzato il traffico via terra e quello aereo, soprattutto negli scali delle regioni del centro e del sud del Paese, dove le agitazioni sono più virulente.
L’ultimo bilancio riferisce di 22 morti e molte decine di feriti negli incidenti fra manifestanti antigovernativi e forze dell’ordine. La situazione politica e sociale resta grave dopo che la giustizia deciso la detenzione cautelare per Pedro Castillio, accusato di ribellione, cospirazione, abuso di autorità e grave perturbazione dell’opinione pubblica.
Un provvedimento preso dalla Procura generale per la quale l’ex presidente è stato autore di un tentativo di colpo di Stato, che si è concretizzato nel discorso alla Nazione del 7 dicembre, quando annunciò lo scioglimento del Parlamento, l’avvio di un processo di riforma della Costituzione e un sostanziale commissariamento di tutti gli organi giudiziari peruviani. Ne sono seguiti disordini e paralisi politica, con un Parlamento incapace di accordarsi sulle elezioni anticipate richieste perentoriamente dalla piazza e un Governo scosso da continue defezioni.
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