Individuato in provincia di Trapani il terzo rifugio della latitanza di Matteo Messina Denaro. Secondo fonti stampa, l'appartamento sarebbe intestato a un uomo residente in Svizzera.
Questo contenuto è stato pubblicato al
4 minuti
tvsvizzera.it/MaMi con Ansa
Un appartamento al primo piano di una palazzina gialla. Il paese è sempre lo stesso: Campobello di Mazara, piccolo centro del trapanese. È lì che la polizia ha scoperto il terzo rifugio del boss Matteo Messina Denaro, finito in manette lunedì 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza.
Il servizio del TG:
Contenuto esterno
Si trova a poche centinaia di metri dall’abitazione di vicolo San Vito individuata qualche ora dopo il blitz, nella quale sono stati rinvenuti documenti con delle sigle, e non distante dal bunker trovato ieri dalla Guardia di Finanza.
Sulla scia del trasloco
La casa, che il capomafia avrebbe occupato fino a giugno scorso ma che secondo fonti stampa, sarebbe intestata a un uomo residente in Svizzera, è in via San Giovanni. E al momento è vuota e sarebbe in vendita. All’immobile, perquisito dagli inquirenti nel pomeriggio, si è arrivati seguendo un trasloco.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
Matteo Messina Denaro, il boss che fa tremare i palazzi del potere
Questo contenuto è stato pubblicato al
Collaborerà? Non collaborerà? I segreti custoditi dal padrino della mafia arrestato lunedì sono in grado di condizionare le sorti della politica e dell’imprenditoria nell’isola e nell’intera nazione.
Sono in corso indagini per accertare se nell’appartamento siano state ricavate stanze segrete come quella scoperta ieri dalle Fiamme Gialle. Un bunker blindato nascosto da un armadio pieno di vestiti, al quale si accede da un fondo scorrevole.
A dare la chiave di quel che ha definito un ripostiglio – a quanto pare pieno di scatoloni, alcuni gioielli, pietre preziose e argenteria – è stato il proprietario della casa nella quale il rifugio era stato ricavato: Errico Risalvato, fratello di un fedelissimo del boss condannato per mafia e a lungo indagato.
Il materiale ritrovato
La Procura, guidata da Maurizio de Lucia, dovrà ora esaminare tutto il materiale recuperato dopo l’arresto: l’agenda che era nel borsello del capomafia al momento del blitz, che conterrebbe anche riflessioni e pezzi di lettere, i due cellulari di Messina Denaro, post-it, appunti e documenti con sigle, numeri di telefono, nomi e cifre che fanno pensare a una sorta di promemoria su investimenti e spese trovati nell’appartamento di vicolo San Vito e che sono ora all’analisi del Reparto Investigazioni Scientifiche (Ris) dei Carabinieri. Al momento non ci sarebbe invece traccia di un libro mastro.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
I legami di Messina Denaro con la Svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
I legami con la Svizzera del boss di Cosa Nostra, arrestato lunedì, erano di origine sopratutto finanziaria.
Il giudice per le indagini preliminari (gip) di Palermo ha intanto convalidato l’arresto in flagranza di Giovanni Luppino, l’uomo finito in manette col boss che era alla guida della macchina con la quale Messina Denaro ha raggiunto la clinica Maddalena, dove era in cura.
“Nessun elemento può allo stato consentire di ritenere che una figura che è letteralmente riuscita a trascorrere indisturbata circa 30 anni di latitanza, si sia attorniata di figure inconsapevoli dei compiti svolti e dei connessi rischi, ed anzi, l’incredibile durata di questa latitanza milita in senso decisamente opposto, conducendo a ritenere che proprio l’estrema fiducia e il legame saldato con le figure dei suoi stessi fiancheggiatori abbia in qualche modo contribuito alla procrastinazione del tempo della sua cattura che, altrimenti, sarebbe potuta effettivamente intervenire anche in tempi più risalenti”, ha scritto il pubblico ministero Piero Padova nella richiesta di custodia cautelare in carcere avanzata a carico di Luppino e sulla quale il gip non si è ancora pronunciato. Per la Procura il padrino di Castelvetrano – si legge nella richiesta – sarebbe custode di segreti di alcune delle più cupe pagine della storia repubblicana”.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
In Svizzera il tesoro di Messina-Denaro?
Questo contenuto è stato pubblicato al
Filippo Barreca, Giacomo Lauro, Francesco Fonti e altri importanti collaboratori di giustizia hanno confermato la presenza di cosche della ‘ndrangheta in territorio svizzero D’altronde essendo la Svizzera un tradizionale luogo di riciclaggio di soldi derivanti da attività illecite – dall’estorsione al traffico di droga – è naturale che diventasse, prima o poi, una sede stabile…
“Non sapevo che fosse Matteo Messina Denaro, solo un pazzo avrebbe potuto accompagnarlo sapendo che si trattava del boss”, si è difeso Luppino davanti al gip. Il commerciante di olive, indagato per favoreggiamento, ha sostenuto che il capomafia gli era stato presentato come cognato di Andrea Bonafede, col nome di “Francesco”, e di averlo accompagnato perché doveva sottoporsi alla chemioterapia.
È stata posta infine sotto sequestro la casa di proprietà della mamma di Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità al capomafia e che ha acquistato con i soldi del boss l’appartamento di vicolo San Vito, occupato dall’ex latitante negli ultimi mesi.
Altri sviluppi
Altri sviluppi
La lista dei latitanti più pericolosi è online
Questo contenuto è stato pubblicato al
Tutto il peggio che c’è: mafiosi, assassini, stupratori e criminali, riuniti in un sito web, quello dei “most wanted fugitivesCollegamento esterno“. E chi sono? I latitanti più pericolosi e ricercati d’Europa. Il sito è stato creato dalla EuropolCollegamento esterno, la polizia europea, per condividere le informazioni in tempo reale. Soprattutto però per favorire la cooperazione…
Tre giovani su quattro fanno shopping su piattaforme asiatiche
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il 75% di chi fa parte della Gen Z (chi è nato tra il 1997 e il 2012) acquista online sulle piattaforme asiatiche (Temu, Shein, Wish sono le più diffuse).
Il nuovo aereo del Consiglio federale è troppo grande
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il nuovo aereo del Consiglio federale è troppo grande e non può essere posteggiato negli hangar dell'aeroporto di Belp (canto Berna).
Le fonderie elvetiche hanno registrato un netto calo della produzione nel 2024
Questo contenuto è stato pubblicato al
Netto calo dell'attività nel 2024 per le fonderie svizzere, confrontate con il contesto congiunturale sfavorevole dei principali mercati d'esportazione.
In Vallese sono stati abbattuti 35 lupi da settembre
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il Vallese ha stilato un nuovo bilancio della regolazione del lupo sul suo territorio. Da settembre - con il benestare dell'Ufficio federale dell'ambiente (UFAM) - sono stati abbattuti 35 esemplari appartenenti a cinque branchi.
L’UDC si dissocia dall’endorsement di Ueli Maurer all’estrema destra tedesca
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'ex consigliere federale Ueli Maurer ha espresso il suo sostegno alla candidata dell'AfD per la cancelleria tedesca Alice Weidel. Un endorsement che all'UDC non piace.
UBS: “L’integrazione di Credit Suisse procede bene”
Questo contenuto è stato pubblicato al
UBS ritiene di essere sulla buona strada per l'integrazione di Credit Suisse e fa sapere che i risparmi previsti sono stati realizzati.
Trump jr. denunciato per aver cacciato nella Laguna di Venezia
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il consigliere regionale veneto Andrea Zanoni ha presentato ai Carabinieri forestali di Mestre la denuncia sulla vicenda che riguarda la battuta di caccia di Donald Trump Junior nella Laguna di Venezia.
Economiesuisse mette in guardia da norme troppo severe per UBS
Questo contenuto è stato pubblicato al
Economiesuisse chiede un "senso della misura" nella regolamentazione bancaria: UBS non dovrebbe essere gravata da norme che la pongono in una posizione di svantaggio a livello mondiale. La Svizzera deve inoltre essere più attiva di fronte alle sfide poste dagli USA.
Traffico in crescita all’aeroporto di Zurigo, anche sulla scia del WEF
Questo contenuto è stato pubblicato al
Cresce ancora il traffico all'aeroporto di Zurigo: in gennaio i movimenti aerei a Kloten sono stati 19'240, un numero in progressione del 6% rispetto allo stesso mese del 2024, emerge dalle statistiche valutate dall'agenzia Awp.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Arrestato il boss mafioso Matteo Messina Denaro
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'arresto dell'ultimo boss mafioso di "prima grandezza" Matteo Messina Denaro annunciato lunedì mette fine a una latitanza durata quasi 30 anni.
Matteo Messina Denaro, il boss che fa tremare i palazzi del potere
Questo contenuto è stato pubblicato al
Collaborerà? Non collaborerà? I segreti custoditi dal padrino della mafia arrestato lunedì sono in grado di condizionare le sorti della politica e dell’imprenditoria nell’isola e nell’intera nazione.
Questo contenuto è stato pubblicato al
“Questa operazione si iscrive all’interno di un’inchiesta più ampia che ha lo scopo di catturare Messina Denaro, e che prevede anche l’indebolimento progressivo dei circuiti criminali alla quale la mafia si appoggia e il prosciugamnto delle sue risorse economiche.”, hanno annunciato le forze dell’ordine italiane. Le accuse nei confronti degli indagati sono, a vario titolo,…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Filippo Barreca, Giacomo Lauro, Francesco Fonti e altri importanti collaboratori di giustizia hanno confermato la presenza di cosche della ‘ndrangheta in territorio svizzero D’altronde essendo la Svizzera un tradizionale luogo di riciclaggio di soldi derivanti da attività illecite – dall’estorsione al traffico di droga – è naturale che diventasse, prima o poi, una sede stabile…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Ha pure dei risvolti in Svizzera l’inchiesta che lunedì ha permesso arrestare, tra Palermo e Trapani, 11 presunti fiancheggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Tra le persone finite in manette figura anche Giovanni Domenico “Mimmo” Scimonelli, nato a Locarno l’8 agosto del 1967, 48 anni fa: è accusato di essere uno dei fedelissimi della…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Tutto il peggio che c’è: mafiosi, assassini, stupratori e criminali, riuniti in un sito web, quello dei “most wanted fugitivesCollegamento esterno“. E chi sono? I latitanti più pericolosi e ricercati d’Europa. Il sito è stato creato dalla EuropolCollegamento esterno, la polizia europea, per condividere le informazioni in tempo reale. Soprattutto però per favorire la cooperazione…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.