“Servono più regole per Google, YouTube, Facebook e Twitter”
Il Governo svizzero ritiene che la popolazione debba beneficiare di più diritti nei confronti delle grandi piattaforme di comunicazione come Google, Facebook, YouTube e Twitter e poter esigere trasparenza.
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tvsvizzera.it/mrj con keystone-ATS
Il Consiglio federale ha incaricato mercoledì il Dipartimento federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazioni (DATEC) di elaborare un progetto di regolamentazione delle grandi siti come Google, Facebook, YouTube e Twitter affinché gli utilizzatori e le utilizzatrici in Svizzera possano beneficiare di maggiori diritti nei loro confronti, senza per questo intaccare la libertà di espressione.
Sempre più spesso la gente ricorre a queste piattaforme per informarsi e crearsi un’opinione, rileva l’Esecutivo in una nota, aggiungendo che influenzano quindi sempre più i dibattiti pubblici. Il Governo riconosce ugualmente che esse sono attualmente poco regolamentate e i criteri sulla base dei quali viene deciso chi vede quali contenuti non sono trasparenti. Oltretutto – prosegue il comunicato – l’utenza ha una posizione debole nei confronti di queste grandi compagnie. L’esempio più evidente è quello che capita quando una di queste piattaforme blocca un account o cancella i contenuti pubblicati. Al momento gli utenti non possono difendersi – o comunque non abbastanza – da tali misure.
Le norme che verranno elaborate dal DATEC dovrebbero essere applicate ai gestori (intermediari). Non è previsto che le autorità intervengano sui contenuti al di là di quanto possano fare nel mondo analogico. Le nuove disposizioni, dove serve, si dovranno basare sulla legge sui servizi digitali dell’Unione europea, sottolinea il Governo, che ha elencato alcuni punti che dovranno essere presenti nella nuova regolamentazione.
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Le grandi piattaforme dovrebbero per esempio designare un punto di contatto e un rappresentante legale in Svizzera. Gli e le utenti a cui vengono cancellati i contenuti o il cui conto viene bloccato dovrebbero inoltre poter richiedere direttamente al sito di valutare il provvedimento adottato. Dovrebbe inoltre essere creata un’autorità di conciliazione svizzera indipendente, che andrebbe finanziata dalle piattaforme. Queste, a fini di trasparenza, dovrebbero contrassegnare le pubblicità come tali e, nel caso di pubblicità mirata a gruppi specifici, dovrebbero indicare i parametri utilizzati. In questo modo sarebbe possibile verificare chi riceve una determinata pubblicità e in base a quali criteri.
L’utenza dovrebbe infine poter notificare in modo semplice le incitazioni all’odio, le rappresentazioni di atti di cruda violenza o le minacce. Le piattaforme andrebbero incaricate di valutare le notifiche e informare gli utenti del risultato.
L’avamprogetto di questa nuova regolamentazione dovrebbe essere pronto tra un anno.
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