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Solo lievi progressi sul fronte dell’incendio nell’Alto Vallese

Le fiamme visibili dal castello Stockalper a Briga.
Le fiamme visibili dal castello Stockalper a Briga. © Keystone / Jean-christophe Bott

Non è ancora domato l’incendio che da lunedì divampa nell’Alto Vallese e la cinquantina di sfollati non può ancora fare ritorno a casa.

Diversi focolari, che stanno tenendo impegnati circa 80 pompieri coadiuvati per la prima volta da specialisti e selvicoltori, devono essere ancora domati. Non sono ancora note le cause che hanno innescato le fiamme su cui verranno effettuati accertamenti.

Secondo quanto ha spiegato Franz Mayr, dello stato maggiore di condotta del comune di Bitsch, sono in corso le operazioni di spegnimento dell’incendio al suolo, che prima non era stato possibile effettuare a causa delle elevate temperature, del vento e del pietrame.

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Il vento, che in precedenza aveva alimentato le fiamme, si è calmato nel corso della notte scorsa. Nel caso in cui il vento dovesse però spirare di nuovo, i vigili del fuoco sarebbero costretti a interrompere il loro lavoro da terra.

In un primo momento era previsto che alcune delle 50 persone evacuate, tra i residenti di Oberried e di Bitsch, sarebbero potute rincasare nel corso della giornata di giovedì, ma ciò non è stato possibile in ragione dell’evoluzione della situazione non del tutto favorevole delle ultime 24 ore.

Sei elicotteri, tra cui un Super Puma dell’esercito, sono attualmente impiegati nelle operazioni di spegnimento e monitoraggio dell’incendio. Proprio l’intervento del velivolo militare ha però suscitato irritazione tra le compagnie private, in particolare di Air Zermatt, secondo cui il Super Puma dell’esercito rappresenta una concorrenza sleale.

Proprio il Super Puma dell’esercito, munito di telecamere a infrarossi, ha consentito di raccogliere informazioni e di fare una valutazione precisa dell’entità dei danni.


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