Nel 1976, una stella del calcio di livello assoluto approdò nell'allora Lega Nazionale B (serie cadetta) del campionato svizzero. L'italo-brasiliano José Altafini, attaccante di Milan, Napoli e Juventus, concluse la sua carriera tra l'FC Chiasso e il Mendrisio. Dalle Teche della Radiotelevisione svizzera RSI, ecco l'intervista che rilasciò al suo arrivo nella cittadina di frontiera.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
Altafini aveva ben 38 anni. Ma con un calciatore del suo calibro –campione del mondo col Brasile nel 1958 e terzo marcatore assoluto [oggi quarto] nella storia della serie A italiana- non era questo a lasciare perplessi. Semmai ci si chiedeva come avrebbe potuto continuare ad abitare e allenarsi a Torino -così prevedeva l’accordo- e venire in Svizzera solo per il fine settimana. Oppure quale sarebbe stato il suo rapporto di giocatore professionista con un allenatore dilettante.
“Ho sempre cercato di aiutare ma senza dare fastidio”, risponde José Altafini, che più l’intervistatore incalza, più insiste sulla sua modestia e l’impegno: “io mi adatto a tutto perché sono un semplice”, dice, “per me il calcio con 100’000 o 1’000 spettatori è sempre agonismo, mi entusiasma, mi entusiasmano i gol, voglio vincere”. Del resto, ma questo i due ancora non lo sanno, con il suo contributo il Chiasso sarà promosso nella massima divisione.
Benché rimpianga di essere uscito un po’ presto dalla scena internazionale, “la mia vita è stata tutta una soddisfazione e non mi lamento di niente”, aggiunge il calciatore, che spiega come i momenti duri non siano stati altro che l’attesa per dei nuovi successi. “Io sono un uomo fortunato. L’anno più difficile che ho avuto a Milano è stato l’anno della Coppa dei Campioni” [1962-63, che il Milan vinse contro il Benfica].
E perché in Brasile la chiamano Mazzola? “È dovuto a quando il Torino è stato in Brasile nel ’48-’49 e ha visitato la mia squadra, che era tutta composta di dirigenti italiani. Quando sono arrivato io, da giovane, un allenatore ha trovato che assomigliassi fisicamente a Mazzola e mi ha preso. Direi che mi ha portato fortuna, lui era un grosso giocatore, più forte di me”.
Contenuto esterno
L’intervista a José Altafini fu trasmessa in ‘Obiettivo calcio’ il 9 agosto del 1976.
Contenuto esterno
Non è stato possibile registrare l'abbonamento. Si prega di riprovare.
Hai quasi finito… Dobbiamo verificare il tuo indirizzo e-mail. Per completare la sottoscrizione, apri il link indicato nell'e-mail che ti è appena stata inviata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Nei rifugi anti-atomici al riparo da un piccolo baco
Questo contenuto è stato pubblicato al
Sono passati vent'anni dalla crisi del 'baco del millennio'. In realtà accadde poco o nulla, ma i più pessimisti si prepararono all'apocalisse.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Costruita un secolo dopo il tunnel ferroviario, la galleria stradale fu un'opera senza precedenti. Riviviamo quei momenti nei filmati d'archivio.
Questo contenuto è stato pubblicato al
L'attrice e autrice di cinema, teatro e tv (e regista d'opera) ha compiuto 100 anni. Per l'occasione rivediamo tre perle dalle Teche RSI.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Tra i successi dell'industria svizzera c'è anche un piccolo aeroplano, conosciuto per la capacità di decollare e atterrare in spazi ristretti.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Le olimpiadi 1968 rimasero impresse per il pugno alzato degli statunitensi Smith e Carlos. Ma segnarono anche le cronache strettamente sportive.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Rara intervista doppia a due intramontabili campioni della bicicletta, tratta dalla prima trasmissione a colori di Mike Bongiorno (TV svizzera, 1975).
Questo contenuto è stato pubblicato al
Solo in scena, al pianoforte, il cantautore astigiano spicca in una serie di interviste-concerto realizzate dalla TV svizzera tra gli anni '70 e '80.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Ottant'anni fa, il tribunale di San Gallo condannò l'ex comandante della polizia cantonale per aver salvato centinaia di profughi. Ecco la sua storia.
Questo contenuto è stato pubblicato al
Un filmato del 1941 documenta come l'arrivo del circo Knie nelle città svizzere fosse esso stesso uno spettacolo. E ne abbiamo molti altri.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.