Stop al petrolio russo
Stop al petrolio russo: l’Unione europea ha proposto, per il sesto pacchetto di sanzioni dall’inizio del conflitto in Ucraina, l’embargo totale di tutte le importazioni di greggio.
I membri dell’UE sono chiamati a interrompere le importazioni di greggio entro sei mesi e quelle di prodotti raffinati entro la fine dell’anno. Un’eccezione viene fatta per Ungheria e Slovacchia, che avranno tempo fino alla fine del 2023, come previsto dai contratti attualmente in vigore.
La proposta è stata presentata davanti al Parlamento europeo dalla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen nella serata di martedì e ora dev’essere accolta dai ventisette.
Non solo petrolio, però: c’è anche la proposta di introdurre una tassa sui trasporti con autocisterne, l’ampliamento delle liste nere per oligarchi, l’esclusione di altre banche russe dal sistema di pagamento Swift. Tra queste ultime anche il più grande istituto di credito del Paese, la Sberbank.
Le sanzioni potrebbero toccare anche il patriarca della Chiesa ortodossa russa Kiril, oltre che diversi militari e politici vicini al Cremlino.
Saranno inoltre bloccate tre grandi emittenti russe, ha dichiarato von der Leyen nel corso di un intervento all’Eurocamera mercoledì mattina: “Non sarà più permesso loro di distribuire i loro contenuti nell’UE, in qualsiasi forma, sia via cavo, via satellite, su internet o tramite applicazioni per smartphone. Questi canali televisivi amplificano le bugie e la propaganda di Putin in modo aggressivo”.
La guerra non finirà presto
Quella tra Russia e Ucraina “sarà una lunga guerra” e non si concluderà entro maggio: a dirlo è il segretario del Consiglio di sicurezza nazionale di Kiev, Alexei Danilov, citato dall’agenzia Unian.
La sua durata dipende da molti fattori: “Dipende dal nostro esercito. E dipende dai nostri partner, dobbiamo riconoscerlo e dobbiamo parlarne. Perché senza il sostegno dei partner sarà molto difficile fermare questa armata russa, che ha iniziato a muoversi verso di noi il 24 febbraio”.
Dal canto suo, il presidente ucraino Volodymyr Zelnsky in un video messaggio citato da Interfax Ukraine ha affermato che “continueremo a fare di tutto per far uscire la nostra gente da Mariupol e Azovstal, sia civili che militari. È difficile, ma abbiamo bisogno di tutti coloro che sono lì. Non c’è stato un solo giorno in cui non ci siamo occupati di loro, in cui non abbiamo cercato di risolvere la questione”.
Nel Paese intanto cresce il timore di un sostegno militare alla Russia da parte della Bielorussia, che oggi ha iniziato delle esercitazioni straordinarie. Lo ha fatto sapere il Ministero della difesa di Minsk, che però ha precisato che queste non devono essere considerate una minaccia dai Paesi vicini.
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