La grande maggioranza dei ticinesi sovrastima il numero dei frontalieri attivi professionalmente nel cantone.
Questo contenuto è stato pubblicato al
1 minuto
tvsvizzera/spal con RSI (Quotidiano del 24.3.2017)
Contenuto esterno
A dirlo è l’ultima indagine condotta dall’Istituto di ricerche economiche (IRE) dell’Università della Svizzera italiana destinato a suscitare polemiche come quello precedente, che in estrema sintesi contestava il cosiddetto effetto sostituzione di lavoratori indigeni con manodopera straniera non residente.
Dall’inchiesta condotta su un campione di quattromila persone risulta che in sostanza i ticinesi tendono a sovrastimare, nella misura del 77 per cento, il numero di frontalieri presenti sul territorio cantonale. Ma lo studio dice anche altro.
Il divario tra la percezione del fenomeno e la realtà del mercato del lavoro risulterebbe condizionata sensibilmente soprattutto dall’inclinazione politica e dal tipo di media consultati, oltre ovviamente che dall’esperienza personale, come nel caso di disoccupati.
Detto altrimenti l’istituto diretto da Rico Maggi ritiene che partiti come UDC e Lega dei ticinesi e gli organi di informazione ad essi vicini, che martellano costantemente sulla presunta invasione di manodopera dall’estero a discapito dei lavoratori residenti, contribuiscono in modo determinante ad influenzare l’opinione pubblica ticinese. Ma ovviamente non tutti sono d’accordo su questa tesi e la discussione sul nuovo lavoro dell’IRE è già iniziata.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Mercato del lavoro in Ticino, la preferenza indigena funziona?
Questo contenuto è stato pubblicato al
Situazioni apparentemente contraddittorie che coesistono e sono difficilmente confutabili. Se la pressione dell’abbondante manodopera oltre confine, cresciuta con la grave crisi in Lombardia e Piemonte a partire dal 2008, ha creato distorsioni a livello salariale e occupazionale in Ticino, i dati altrettanto inconfutabili attestano una crescita evidente del PIL cantonale con l’integrazione parziale della Confederazione…
In Ticino un lavoratore su quattro è un frontaliere
Questo contenuto è stato pubblicato al
In totale in Svizzera si contavano alla fine dell’anno scorso 318’500 lavoratori transfrontalieri, la metà dei quali (54,9%) residenti in Francia, seguita dall’Italia (22,6%), dalla Germania (19,3%) e dall’Austria (2,6%). Si tratta comunque dell’incremento annuo più basso dal 2010, anche se negli ultimi 5 anni i lavoratori pendolari stranieri sono aumentati di un quarto (26,4%),…
Questo contenuto è stato pubblicato al
La questione dei frontalieri in Ticino, che a cadenze regolari si ripropone, è originata dal rapporto indissolubile tra le due realtà a cavallo del confine: da un lato l’apporto dei lavoratori pendolari residenti essenzialmente nelle province di Varese (44%), Como (40%), Verbania-Cusio-Ossola 10%), ha garantito per decenni la crescita, in certi frangenti tumultuosa soprattutto nel…
Più controlli sui permessi per frontalieri e di soggiorno
Questo contenuto è stato pubblicato al
Nei piani del Dipartimento cantonale delle istituzioni (interni) si vuole concentrare le pratiche a Lugano e Bellinzona, con un risparmio previsto di 800’000 franchi, allo scopo di intensificare i controlli, in particolare nei confronti dei frontalieri. I lavoratori pendolari italiani in futuro si rivolgeranno direttamente ai posti di polizia e non più agli uffici della…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.