“Prima i nostri”, pronto il progetto commissionale
Il progetto di legge per mettere in pratica l’iniziativa “Prima i nostri”, votata lo scorso mese di settembre dai ticinesi, è pronto per la discussione parlamentare.
La proposta, illustrata oggi alla stampa a Bellinzona dalla speciale commissione presieduta dal capogruppo UDC Gabriele Pinoja, in estrema sintesi intende privilegiare, nell’assunzione di personale, i cittadini residenti (confederati o stranieri con permesso di domicilio C o di dimora B) rispetto ai frontalieri. In questo senso il datore di lavoro che intenda reclutare manodopera frontaliera dovrà dimostrare di non aver trovato candidati residenti con pari qualifiche professionali.
Alcuni nodi da sciogliere
L’iniziativa parlamentare generica, oltre all’esame parlamentare, dovrà superare anche lo scaglio della compatibilità con il diritto internazionale, in particolare l’accordo di libera circolazione delle persone e ottenere la garanzia federale. Ma non tutti professano in proposito lo stesso ottimismo degli iniziativisti.
La regolamentazione potrebbe comunque essere introdotta nel settore pubblico mentre in quello privato si vogliono mettere a punto incentivi fiscali a sostegno della lavoratori indigeni.
Il Ticino fa scuola nella Confederazione
Ma intanto l’esempio ticinese fa scuola nella Confederazione e altri cantoni intendono percorrere la stessa strada. In verità a Ginevra vige già una legislazione che nel settore pubblico cerca di privilegiare la manodopera locale. Ma vediamo nel dettaglio come ci si sta attrezzando nei vari cantoni:
A Ginevra, come accennato, la preferenza nazionale è già applicata nell’amministrazione pubblica e nelle istituzioni finanziate dal Cantone. Il Mouvement citoyens genevois (MCG) e l’UDC vorrebbero però estenderla ad altri settori. Un’iniziativa potrebbe essere lanciata nel 2018.
A Neuchâtel, il mese scorso è stata lanciata la raccolta delle firme per l’iniziativa “I nostri prima degli altri”, che mira ad ancorare il principio nella Costituzione. È stata inoltre evocata nel canton Vaud dal gruppo liberale-conservatore dell’ex UDC Claude-Alain Voiblet, che vorrebbe tassare i datori di lavoro che impiegano frontalieri.
Ma l’idea si fa strada anche nella Svizzera tedesca dove alcune sezioni democentriste ci stanno pensando. È in particolare il caso del cantone di frontiera di San Gallo ma non è escluso che passi analoghi vengano intrapresi in Obvaldo e Argovia.
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