Svizzera e Unione tornano a stringere intese dopo lo strappo del febbraio 2014, quando il popolo elvetico mise in discussione la libera circolazione, approvando l’iniziativa della destra contro l’immigrazione di massa.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 28.7.2017)
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Bruxelles e Berna hanno sbloccato l’accordo sugli ostacoli al commercio che garantirà alle industrie esportatrici elvetiche un accesso agevolato al mercato europeo. L’intesa sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione sulla conformità (MRA) consentirà inoltre una riduzione sensibile dei costi per le imprese che saranno così più competitive sullo scacchiere continentale.
Si tratta solo di un primo passo ma è il sicuramente indice di un cambiato clima tra Bruxelles e Berna che potrebbe favorire le trattative su altri temi, come la complessa questione istituzionale, ferma ormai da tre anni, che dovrà regolare l’adozione delle norme europee nell’ordinamento svizzero.
La ripresa dei negoziati era stata annunciata lo scorso mese di aprile dallo stesso presidente della Commissione Ue Jean-Claude Junker a margine dell’incontro con la consigliera federale Doris Leuthard.
Non va comunque sottaciuto il valore specifico dell’accordo per la Confederazione, la cui economia è fortemente orientata all’esportazione, soprattutto nel ricco mercato europeo.
In concreto il testo concordato consente alle imprese elvetiche di commercializzare i loro prodotti nell’Ue, evitando di sottoporsi a doppie certificazioni e omologazioni o all’obbligo di fabbricazioni speciali per il mercato continentale. Il risparmio per i settori industriale e farmaceutico della Confederazione è stimato in 300 milioni di franchi.
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