Il 7 febbraio 1992 veniva firmata nella cittadina olandese di Maastricht il trattato sull'Unione europea che avviava l'integrazione politica. Un'Europa che oggi è più traballante che mai, scossa da crisi e movimenti populisti che spingono verso la disgregazione dell'Unione stessa.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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I 12 paesi della Comunità europea si trovarono in Olanda per firmare quel trattato che fissava le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati nell’Unione. Il trattato entrò in vigore il primo novembre 1993.
I paesi “fondatori”: Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Olanda, Lussemburgo, Belgio, Germania, Danimarca, Grecia
Il trattato di Maastricht si fonda su tre pilatri: la comunità europea, ovvero l’integrazione di CEE, (comunità economica euroepa) CECA (Comunità europea del carbone e dell’acciaio) e CEEA (Comunià europa dell’energia atomica). Il secondo pilastro instaura la Politica estera e di sicurezza comune, infine il terzo pilastro riguarda la cooperazione nei settori della giustizia e degli affari interni.
Il trattato ha poi messo le basi per l’unione monetaria (euro) e la nascita della Banca centrale europea.
Oggi, a distanza di 25 anni, la convinzione europeista dei paesi è decisamente meno pronunciata. E l’istituzione stessa sta soffrendo, non da ultimo per la prossima uscita del Regno Unito e la crescente influenza dei movimenti populisti – antieuropeisti – che stanno prendendo il potere politico in tanti paesi europei.
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