Travail.Suisse vuole sostenere maggiormente i lavoratori e i pensionati con bassi redditi, fortemente toccati dall'inflazione. L'organizzazione sindacale propone un piano di 18 misure per rafforzare il potere d'acquisto.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Tra i provvedimenti presentati giovedì ai media a Berna da Travail.Suisse figurano aumenti salariali nettamente superiori al rincaro: “È il solo modo di preservare efficacemente il potere d’acquisto”, ha dichiarato Claudia Stöckli, membro della direzione del sindacato Syna. Il sindacato considera che rendite, contratti normali di lavoro, salari minimi cantonali e prestazioni complementari debbano anch’essi essere adattati al rincaro.
Un’attenzione particolare, inoltre, viene prestata ai salari delle donne: si tratta di aumentare “sensibilmente” gli stipendi, in particolare nei settori dove la proporzione delle lavoratrici è elevata. “Occorre porre un termine all’epoca in cui salari bassi erano giustificati in taluni rami poiché la maggioranza delle persone che vi lavoravano erano donne”, ha rilevato Stöckli.
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L’organizzazione sindacale è preoccupata: a partire dal 2023 i nuclei famigliari rischiano un vero e proprio “choc dei costi”. Per attutirlo, il catalogo delle rivendicazioni comprende anche provvedimenti contro gli affitti esorbitanti, un’estensione delle misure di riduzione dei premi di cassa malattia o ancora un programma di investimenti ecologici per le abitazioni in affitto.
Per sostenere i lavoratori e le lavoratrici pendolari dovrebbero essere emessi anche cosiddetti “chèques mobilità”, che costituirebbero un buon compromesso tra una forte riduzione del costo dei trasporti pubblici e un calo del prezzo dei carburanti. Secondo Travail.Suisse, uno sgravio dell’imposta sugli oli minerali per contrastare l’impennata dei prezzi della benzina, come auspicato dall’centro-destra elvetico (UDC), sarebbe invece contrario agli obiettivi climatici.
Bassi salari maggiormente a rischio
Tutte queste misure hanno quale obiettivo di alleviare il peso sulle persone con bassi salari, che sono le più toccate dal rincaro. I nuclei famigliari più poveri, infatti, spendono gran parte dei loro redditi per beni e servizi particolarmente interessati dall’inflazione (mobilità, alloggi, derrate alimentari e premi dell’assicurazione malattia). Secondo i calcoli di Travail.Suisse, un aumento del 4% dei prezzi dei prodotti alimentari e un rialzo dell’8% dei premi dell’assicurazione malattia hanno conseguenze molto diverse a seconda dei nuclei famigliari. Quelli che dispongono di un reddito di 3’000 franchi devono aspettarsi costi supplementari del 5,8%, mentre quelli che guadagnano 6’000 franchi devono prevedere il 3,9% in più. Con un reddito di 20’000 franchi, i costi aggiuntivi sarebbero dell’1,93%.
La BNS è già intervenuta
La Banca nazionale svizzera (BNS) ha pronosticato un’inflazione del 2,8% per il 2022. Oltre alla guerra in Ucraina, problemi a livello delle catene di approvvigionamento in seguito alla pandemia da coronavirus vengono citati quali fattori di rincaro. Al fine di frenare l’inflazione, la BNS ha rialzato dello 0,5% il suo tasso guida una settimana fa.
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