Treni in ritardo, “Colpa dei controlli Covid in Italia”
I controlli doganali sui treni a lunga percorrenza stanno creando problemi al traffico internazionale verso l'Italia.
È quanto stanno constatando i numerosi turisti che si dirigono in questi giorni nelle rinomate località balneari e storico-culturali della penisola per trascorrere le loro vacanze.
A Como, denunciano alcuni viaggiatori sui media della Svizzera tedesca, le autorità italiane procedono a controlli lunghi ed estenuanti sugli Intercity e sugli Eurocity in transito sull’asse del San Gottardo, per verificare il rispetto delle norme sul coronavirus da parte delle persone in entrata. E lo stesso avviene sulla direttrice del Sempione.
Come è noto recentemente Roma ha dapprima revocato l’obbligo di quarantena e successivamente l’obbligo del tampone sulla fascia di confine limitatamente ai tragitti fino a 60 chilometri e di durata non superiore alle 24 ore. Da inizio luglio, indica ora il ministero della salute italiano, è consentito ai titolari del certificato verde Covid-19 (Green Pass) residenti in Svizzera – analogamente agli altri paesi inseriti nell’elenco C citato dagli ultimi decreti e ordinanze sulla pandemia – l’ingresso senza tampone.
Questo documento attesta l’avvenuta vaccinazione (completa con due dosi) da almeno 14 giorni o l’avvenuta guarigione o il risultato negativo di un test molecolare o antigenico. Formalmente ristabilisce la libera circolazione nell’area Schengen ma in realtà viene applicato in modo difforme tra i vari paesi.
Ma l’esperienza di questi giorni evidenzia che la situazione è leggermente più complicata. Oltre infatti al certificato Covid è infatti sempre necessaria la compilazione del formulario online di localizzazione europeo di cui viene richiesta attestazione alla dogana (Passenger locator form digitaleCollegamento esterno). Una volta giunti a destinazione poi i turisti devono annunciare la loro presenza alle autorità sanitarie locali.
Ritardi di un’ora a causa dei controlli
E tutto questo, secondo le testimonianze di questi giorni, si traduce in sistematici controlli su tutti i viaggiatori da parte del personale delle dogane che provocano lunghe soste a Chiasso/Como dei convogli internazionali, con conseguenti ritardi e impossibilità di rispettare le successive coincidenze. Situazioni sgradevoli che non sembrano estendersi agli utenti dei treni regionali transfrontalieri e al traffico veicolare privato.
“Purtroppo questi controlli provocano ritardi dai 15 minuti fino a un’ora”, ci dice la portavoce delle Ferrovie federali svizzere (FFS) Ottavia Masserini. La responsabilità del traffico in questa precisa situazione, precisano le FFS, è dell’Italia e in sostanza l’ex regia federale loro non può farci niente o quasi.
Si sono infatti intensificate in questi giorni le iniziative per coinvolgere le autorità competenti. “Siamo in contatto con l’Ufficio federale dei trasporti (UFT) per cercare di trovare una soluzione, non possiamo fare altro”, osserva un po’ sconsolata la portavoce delle FFS.
Ma che qualcosa si stia muovendo a Berna ce lo conferma il responsabile media dell’UST Michael Müller, secondo cui l’Ufficio dei trasporti “non è direttamente coinvolto” nella vicenda ma “ha mediato il contatto tra le Ferrovie federali svizzere e l’Ambasciata svizzera a Roma”. I colloqui tra queste autorità, ha precisato Michael Müller, “sono ora in corso attraverso i soliti canali diplomatici per trovare una soluzione comune”.
Indicazioni generiche sull’app
Nei prossimi giorni potrebbero quindi esserci cambiamenti positivi ma l’esito finale della strategia messa in campo, come insegnano analoghi precedenti, non è scontato. Cosa resta da fare allora per le migliaia di vacanzieri elvetici che si apprestano a sconfinare in treno nel Belpaese?
L’app e il sito delle FFS, solitamente esaustivi e aggiornati in tempo reale sui percorsi e sull’ubicazione dei convogli, informano della situazione con una nota generica a lato della combinazione scelta. “A causa dei controlli Covid all’ingresso in Italia – si legge sulla pagina delle Ferrovie elvetiche – si prevede una maggiore durata del viaggio. La preghiamo di tenere presente la maggiore durata del viaggio e di prevedere un tempo di coincidenza sufficiente per la continuazione del suo viaggio”.
I controlli sui treni alla frontiera non sono le Ferrovie federali a farli, spiega sempre Ottavia Masserini (FFS), e quindi “non siamo in grado di conoscere la loro durata: per questo motivo non possiamo fornire ulteriori indicazioni” agli utenti al riguardo. I viaggiatori però “vengono avvisati sulla necessità di calcolare l’eventuale ritardo in caso di coincidenze”. Non è detto poi che, una volta superato questo scoglio, le vacanze non proseguano nel migliore dei modi e non vengano confermate le più rosee attese.
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