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Turco-svizzero condannato a 20 anni di carcere per terrorismo

disegno di uomo in tribunale (imputato)
Un disegno dell'indagato turco-svizzero a processo al Tribunale penale federale di Bellinzona. © Ti-press

L'autore di un attacco a matrice jihadista - una rarità in Svizzera - che aveva ucciso un passante a caso, è stato condannato martedì a 20 anni di carcere con una misura terapeutica istituzionale.

Un trentenne di nazionalità turco-svizzera è stato giudicato colpevole di omicidio tentato omicidio, tentato incendio doloso e tentata esplosione di una stazione di servizio, nonché di varie forme di sostegno all’organizzazione terrorista Stato islamico (IS). Lo ha comunicato martedì la Corte penale del Tribunale federale di Bellinzona.

La sera del 12 settembre 2020, l’uomo, già noto alla polizia e rilasciato per motivi psichiatrici, aveva accoltellato, uccidendolo, un passante in una strada di Morges, cittadina sulle rive del lago di Ginevra.

“Il tribunale ha stabilito che Omer A. aveva premeditato il suo atto, in particolare effettuando diverse perlustrazioni il giorno dell’attacco, procurandosi un coltello da cucina e agendo in modo brutale e determinato”, si legge nel comunicato, nel quale viene anche aggiunto che l’imputato “non ha espresso alcun sincero pentimento” durante il processo.

L’uomo, che aveva tentato di recarsi in Siria nel 2019 per unirsi all’IS prima di fare dietrofront una volta arrivato in Italia, si trova in custodia cautelare dal suo arresto avvenuto il 13 settembre 2020.

Il trentenne era stato arrestato in passato (nell’aprile 2019) per aver progettato di appiccare il fuoco a una stazione di servizio, ma non aveva poi compiuto il gesto. Era rimasto incarcerato fino al mese di luglio, ma è poi stato rilasciato per motivi psichiatrici.

Oltre alle sentenze riguardanti l’attentato, l’uomo è stato anche condannato per il tentato assassinio di una guardia del carcere in cui era detenuto, cui aveva tentato a 12 riprese di conficcare una penna nella gola. Un gesto che stava preparando da settimane e che, nel corso delle udienze ha definito “un semplice graffio”.

Il presidente della Corte penale ha sottolineato l’estrema gravità dei reati. “Una condanna all’ergastolo di oltre 20 anni sarebbe stata possibile”, ma “è stato necessario tenere conto della responsabilità moderatamente ridotta attestata dai periti psichiatrici”. In considerazione del possibile miglioramento dello stato mentale dell’imputato, il tribunale ha infatti disposto una misura terapeutica in un ambiente chiuso.

La Svizzera non ha mai visto un attacco terroristico su larga scala, ma nel settembre 2022 un’altra giovane è stata condannata a nove anni di carcere per “ripetuti tentativi di omicidio”. In nome del sedicente Stato islamico, aveva cercato di sgozzare due donne in un grande magazzino di Lugano dove aveva appena comprato un coltello. La donna deve inoltre sottoporsi a un trattamento psichiatrico in un istituto chiuso.

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