I provvedimenti adottati per contenere il flusso di turisti a Venezia non piacciono a tutti. Domenica un gruppo di attivisti dei centri sociali ha rimosso un tornello installato ai piedi del Ponte di Calatrava.
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tvsvizzera.it/mar/ansa con RSI (TG del 29.4.2018)
“Venezia non è Disneyland e neppure una riserva indiana, non siamo in via di estinzione”: con questo slogan domenica degli attivisti del centro sociale Morion hanno divelto un tornello posto su Piazzale Roma per regolamentare l’afflusso di turisti durante il ponte del primo maggio.
L’azione è durata fino all’arrivo delle forze dell’ordine, che hanno disperso i manifestanti e rimesso al suo posto il tornello.
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L’indignazione – hanno indicato gli attivisti in un comunicato – nasce dal fatto che i varchi simboleggiano “la resa definitiva di un’amministrazione che non solo si copre di ridicolo globale, ma che contemporaneamente alza le mani di fronte all’emergenza esodo, all’impoverimento demografico e sociale della città”.
La questione ha creato un’inaspettata convergenza con la destra. ” “Venezia è e deve rimanere una città vera e viva, non è e non deve diventare un parco tematico né una Gardaland – ha dichiarato Pietro Bortoluzzi, della sezione di Venezia di Fratelli d’Italia – e per ottenere ciò non servono tornelli, ma case, case pubbliche da dare in affitto a veneziani onesti, che rispettino le leggi ed esigano la vita della loro città, che è Venezia quella unica e vera, capitale del Veneto”.
Il sindaco della città, Luigi Brugnaro, ha dal canto suo sottolineato che le autorità “non cadranno nelle provocazioni” e che “con grande serenità” continueranno a regolamentare i flussi “per far vivere meglio le persone”.
Intanto i provvedimenti adottati a Venezia sono guardati con interesse anche in altre località che soffocano sotto il peso del turismo. A Capri, dove per questo primo lungo ponte della bella stagione le strutture ricettive sono praticamente al completo, il sindaco ha dichiarato di stare valutando l’opportunità di selezionare i flussi in entrata.
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