La televisione svizzera per l’Italia

Come mangia la Svizzera

Formaggio fuso tagliato con il coltello da mezza forma.
Il formaggio fuso tagliato con il coltello è una prelibatezza elvetica. © Keystone / Jean-christophe Bott

Grigliate, formaggio e prodotti unici al mondo.

Tutto quello che volevate sapere sulla Svizzera, ma non avete mai osato chiedere. In chiave ironica e sfruttando gli archivi storici della televisione elvetica di servizio pubblico, la serie “Il miracolo svizzero” svela abitudini e manie nazionali. Prodotta dalla Radiotelevisione svizzera di lingua francese (RTS), la serie è stata adattata in italiano ed è disponibile in libero accesso sul sito della Radiotelevisione svizzera di lingua italiana (RSI).

Rivella, Maggi e Aromat

La seconda puntata della serie “Il miracolo svizzero” ci porta alla scoperta, con approccio autoironico, delle manie nazionali elvetiche in fatto di cibo e bevande. Perché ci sono prodotti alimentari tipicamente svizzeri che non si trovano nel resto del continente.

Prendi la bibita analcolica Rivella, realizzata a partire da siero di latte, in base ad una ricetta depositata nel caveau di una banca. Ma anche Maggi e Aromat, ingredienti fondamentali per la salsa dell’insalata “alla francese” e per condire le uova sode.

Maggi e Aromat.
Maggi e Aromat sono vere istituzioni in Svizzera. © Keystone / Gaetan Bally

Un’ossessione nazionale è poi la grigliata. Appena il meteo lo consente, giardini condominiali e privati, rive di laghi e di fiumi, ma anche i parchi pubblici si animano di gruppi di amici e famiglie che si dilettano nell’arte del pic-nic. Naturalmente, organizzato in ogni dettaglio. La pietanza più classica è rappresentata dalle ‘cervelat’, salsicce simil-würstel (ma non chiamatele così!), ma molto più… “paffute. e in anni più recenti, cotolette vegetariane e fette di formaggio.

Carne e verdure su un grill all aperto.
La grigliata è un’ossessione nazionale svizzera. © Keystone / Christian Beutler

La fuga dagli uffici

Se la puntualità è un valore fondante del vivere insieme nella Confederazione, l’orario dei pasti rasenta la fissazione. A mezzogiorno in punto si assiste alla fuga di massa dagli uffici, perché chi vive in Svizzera mangia al più tardi alle dodici e trenta. Le famiglie si siedono in genere a tavola per cena alle 18:30, massimo alle 19. Tanto che in molti cantoni, se ti presenti in un ristorante dopo le 21 ti verrà detto che “la cucina è chiusa”.

È proprio vero, che nella repubblica alpina si naviga nel formaggio e nella cioccolata. Ma poche persone forse sanno che in Svizzera prima dell’epoca del benessere si pativa anche la fame e come racconta un contributo d’archivio ne “Il miracolo svizzero”, c’era chi mangiava cani.

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L’avvento del cibo industriale

La puntata dedicata all’alimentazione in salsa elvetica ci porta in un viaggio affascinante a cavallo di due secoli. L’arrivo dei primi prodotti freschi esotici, un certo strisciante sessismo nelle trasmissioni televisive, dove le casalinghe venivano spesso presentate come sciocchine bisognose di accompagnamento.

E ancora la storia dell’Ovomaltina, con spot pubblicitari d’epoca che sono esilaranti, guardati con gli occhi di oggi. Fino all’avvento del cibo industriale, accolto con una notevole dose di scetticismo. Un moderatore denunciava in diretta TV lo “scandalo” dell’insalata in busta, mentre le interviste realizzate in strada rivelavano che la popolazione ancora non sapeva cosa fosse il “fast food” e tendeva a farsi beffe della nuova moda di “cibi light” e conta delle calorie.

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