UBS raggiunge un accordo sui Tuna Bond con il Mozambico
UBS si è liberata di una disputa legale da un miliardo di dollari della sua filiale Credit Suisse con il Mozambico.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Credit Suisse (CS) ha raggiunto un accordo extragiudiziale con il Mozambico nello scandalo dei prestiti obbligazionari per la pesca del tonno (i Tuna Bond) per un valore di oltre 1,5 miliardi di dollari. UBS, nuovo proprietario di CS, ha così posto fine al contenzioso che durava da anni e che aveva ereditato dall’istituto di credito fallito, oltre ad altri scandali. Lunedì sarebbe dovuto iniziare a Londra il processo civile per le richieste di risarcimento dei danni in questa vicenda.
L’accordo include oltre a CS e allo Stato del Mozambico, anche la maggior parte degli altri finanziatori coinvolti nel caso. Le parti si sono “reciprocamente liberate da tutti gli impegni e rivendicazioni in relazione a queste transazioni”, ha indicato UBS in una nota, senza fornire ulteriori dettagli.
Venerdì scorso, diversi media avevano riferito che UBS aveva offerto una riduzione del debito per un ammontare di circa 100 milioni di dollari al Mozambico. Contattata dall’agenzia finanziaria AWP, una portavoce di UBS non ha voluto commentare ulteriormente l’accordo.
Una crisi finanziaria per il Mozambico
Il procedimento riguardava la concessione di prestiti obbligazionari al Mozambico organizzati da CS una decina di anni fa, che erano stati stipulati all’insaputa del Parlamento locale e del Fondo monetario internazionale (FMI). Il denaro doveva essere utilizzato per finanziare una flotta per la pesca del tonno, ma si presume che ingenti somme di denaro siano state pagate a funzionari corrotti, aveva precisato l’autorità americana dei mercati finanziari (SEC). Lo scandalo ha portato il Mozambico a una profonda crisi finanziaria.
Nell’ambito di questo caso, nell’ottobre 2021 CS è stata condannata a pagare quasi 475 milioni di dollari alle autorità statunitensi e britanniche, e due dipendenti si sono inoltre dichiarati colpevoli di riciclaggio. Da parte sua l’Autorità federale di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) ha ravvisato gravi violazioni dei requisiti in materia di organizzazione e di obbligo di comunicazione di casi sospetti.
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