Un esperto mette in guardia su crisi degli oppioidi in Svizzera
Cautela con farmaci che possono aprire la strada a una crisi di dipendenza da oppioidi come quella che ha colpito il Nord America.
“All’inizio della catastrofe in Nord America c’è stato l’antidolorifico ossicodone. Le cui prescrizioni, ma anche l’utilizzo come sostanza ricreativa, sono aumentati anche in Svizzera”, sostiene Marc Vogel, responsabile di un centro per i disturbi da dipendenza presso le Cliniche Psichiatriche Universitarie di Basilea. “Se un oppioide come il Fentanil dovesse comparire sul mercato nero anche nel nostro Paese, non vedo perché dovremmo essere risparmiati da una crisi analoga a quella americana”.
Nelle osservazioni pubblicate sabato dal quotidiano Tages-Anzeiger, l’esperto afferma che la Svizzera deve prestare molta attenzione a un particolare tipo di tossicodipendenza: quella che colpisce pazienti cui viene prescritto un antidolorifico oppioide per il dolore cronico e che finiscono per sviluppare un grave problema di dipendenza.
+ Gli oppioidi sono sempre più spesso prescritti per lesioni minori
Una lobby farmaceutica aggressiva, medici poco attenti e miliardi di pillole prescritte hanno creato le premesse per la crisi degli oppioidi, iniziata in Nord America all’inizio degli anni 2000 e tuttora in corso. Milioni di persone sono ancora dipendenti da queste sostanze e in particolare dal Fentanil, un farmaco molto potente ed economico da produrre.
Il Fentanil è è circa 50 volte più potente dell’eroina, il che lo rende più facile da contrabbandare. È tipicamente utilizzato da persone dipendenti da antidolorifici. In Nord America, il Fentanil utilizzato fuori dalle prescrizioni mediche ha conosciuto un’enorme recrudescenza dopo la riduzione delle prescrizioni di ossicodone. I pazienti dipendenti si sono trovati costretti quasi da un giorno all’altro a passare a sostanze come l’eroina o il Fentanil. Negli Stati Uniti, nel 2021 sono morte oltre 100’000 persone per overdose da oppioidi.
Vogel non è l’unico esperto svizzero a lanciare l’allarme. Il rischio di una crisi da oppioidi in Svizzera “non deve essere sottovalutato”, secondo i risultati raccolti da un gruppo di ricerca guidato dalla professoressa Andrea Burden del Politecnico federale di Zurigo. Il suo team ha analizzato il numero di chiamate di emergenzaCollegamento esterno per avvelenamento da oppioidi ricevute da Tox Info Suisse, il centro svizzero di informazione sui veleniCollegamento esterno. Ha inoltre esaminato i dati di vendita delle farmacie.
Le prescrizioni aumentano
I numeri, osserva il quotidiano svizzero di lingua tedesca, mostrano una forte tendenza all’aumento. Nel 2000 sono state ricevute 1,4 chiamate ogni 100.000 persone per avvelenamento da oppioidi. Vent’anni dopo, il numero era più di 2,5 volte superiore. Oltre un terzo delle chiamate riguardava l’ossicodone, un potente antidolorifico che crea dipendenza e che ha dato il via al fenomeno negli Stati Uniti. Le vendite in Svizzera sono quasi raddoppiate nel periodo in esame.
Secondo Vogel, è improbabile che la situazione in Svizzera diventi così grave come in Nord America, ma i medici devono rimanere vigili.
“Attualmente ci troviamo di fronte a un’impennata delle prescrizioni – come negli Stati Uniti all’inizio degli anni 2000. Allo stesso tempo, altri Paesi europei stanno osservando che il Fentanyl è sempre più diffuso”, osserva l’esperto. “Chiunque assuma farmaci contenenti oppioidi per più di qualche settimana corre il rischio di sviluppare una forma di dipendenza dalla sostanza”.
Burden spera che “possiamo imparare qualcosa dalla situazione in altri Paesi e, auspicabilmente, prevenire un’epidemia anche da noi”. La ricercatrice sta conducendo un secondo studio per scoprire quante persone in Svizzera hanno già sviluppato una dipendenza grazie alla prescrizione di un medico e quante siano morte a causa di un oppioide.
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